martedì 30 novembre 2010

Crostatine alla mousse di cioccolato piccante

Dio mio, se non muoio ora non succederà più!
Sono reduce da una cena strabiliante, amiche care. 
Qui in casa nostra, come accennavo nel mio ultimo scritto, si è tenuta una specie di cena di ringraziamento in onore di coloro che hanno dato una mano nel trasloco dei miei due amici-coinqui (Samu e Manu) dalla loro vecchia casa a questa nostra nuova reggia, che è stata soprannominata da subito: castello errante! 
Dobbiamo solo mettere questo nome sul campanello e siamo a posto...! Tanto nel palazzo già pensano tutti quanti che siamo strani (e che facciamo casino a prescindere), perciò perchè non dar loro ulteriore materiale?
Comunque, dicevo, mi sono abbuffata. 
Cioè, in verità no, ho mangiato "normale" (...), solo che era tutto talmente buono che scendeva giù manco fosse acqua! E poi, ammettiamolo, il cous cous non è propriamente un piattino LEGGERO! Se mettete, poi, che Samu ha cucinato un pout pourri di salsine per accompagnarlo... "babbabia"
In più, gli invitati hanno portato due dolci (carinissimi loro e buonissime le torte)... e che vogliamo fare, non assaggiarli anche se non ci sta più nulla?? Sommati, poi, ai TRE e sottolineo 3 aperitivi che ci siamo sparati prima che arrivasse la truppa, beh, non si può dire come sto!!!
Eppure... ancora trattengo sul palato il meraviglioso sapore della salsa piccante, a base di peperoncino e acciughe. Ebbene sì, ha vinto lei su tutte le altre. 
E da questo, il mio pensiero vola fino a qualcos'altro... sempre legato al peperoncino, ma OVVIAMENTE più "cioccolatoso"! 
Quindi mi è venuta in mente la seguente ricetta, sperando di farvi contente (soprattutto chi, come me, adora il piccante - e non solo in cucina!).

Ingredienti: 

Per la pasta:
  • 300 grammi di farina bianca "00"
  • 150 grammi di burro
  • 100 grammi di zucchero
  • 2 tuorli
  • sale

Per la mousse:
  • 200 grammi di cioccolato fondente al peperoncino
  • 1 uovo
  • 120 grammi di zucchero
  • 2 fogli di gelatina
  • 100 millilitri di panna fresca

Procediamo, belle fanciulle!
Lavorare il burro ammorbidito (ossia tirato fuori dal frigo precedentemente) con lo zucchero. Aggiungere i tuorli, uno per uno, la farina, un pizzico di sale e impastare (vale a dire: divertitevi!). Avvolgere poi la pasta frolla ottenuta in un pezzo di pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per dieci minuti (almeno). Una volta trascorsi, tirare fuori la pasta e stenderla con un mattarello allo spessore di 1,5 centimetri (e qui voglio vedervi a prendere le misure con le dita o con il righellino!) e con un coppapasta (che non è una parolaccia, bensì il nome "professionale" di un qualsiasi stampino rotondo) ricavare dodici dischi dal diametro di 5 centimetri. Con questi dischetti foderare dodici stampini monoporzione e bucherellarli con una forchetta (per evitare che la pasta lieviti, in cottura, sebbene non ci sia traccia di lievito).
Infornare a 180 gradi per dieci minuti (in tempo di una sigaretta e di un caffè veloce), dopo di che tirarli fuori dal forno, sformarli e lasciarli a raffreddare.
Montare, ora, l'uovo con lo zucchero fino ad ottenere il classico composto spumoso. Fondere il cioccolato a bagnomaria (a chi è particolarmente amante del piccante suggerirei di aggiungere un pizzico di peperoncino macinato, ma di quello buono, sia chiaro!) e ammorbidire la gelatina in acqua fredda. Unirla al cioccolato caldo e mescolare con un cucchiaio di legno. Versare quindi il cioccolato nella terrina con le uova e lo zucchero e incorporare, alla fine, la panna montata.
Farcire le crostatine (ormai raffreddate, si spera) con la mousse fredda (io solitamente uso il saccapoche, ma se non ne siete in possesso è uguale in un qualsiasi altro modo a partire da un semplice cucchiaino. Altrimenti potete "fabbricarne" uno sul momento, pigliando un sacchetto di plastica trasparente - anche tipo quelli piccoli che si usano al supermercato per metterci dentro frutta e verdura - spuntando di poco un angolino con le forbici) e servire.

Ecco fatto...e scusate se è poco!
Riflettevo proprio poco fa (col mio SPECIALFRIEND Samu, una volta rimasti soli a fumare, dopo che gli invitati se ne sono andati) com'è buffo il fatto che ci voglia sempre un sacco di tempo a cucinare (al di là della difficoltà di un'ipotetica ricetta, della laboriosità che richiede e senza tralasciare il particolare che sia io che lui amiamo fare le cose per bene - anche a livello coreografico) e pochissimo a "spazzolare" tutto!
Si passano interi pomeriggi (non contando il tempo passato a fare la spesa, con tanto di coda alla cassa!!!) ai fornelli per vedere sparire il tutto in uno schiocco di dita (per quanto questo stia a indicare che chi ha mangiato abbia assai gradito!).
Un po' come le pulizie di casa, no?
Una ci passa un sacco a lavare la cucina, il bagno, a mettere a posto il salotto e via dicendo e in un attimo c'è già qualcosa che si risporca nuovamente o viene messa fuori posto da come l'avevi lasciata un secondo prima... pazzesco!
Non mi sto lamentano, eh, sono pure e semplici constatazioni. Derivate, senza dubbio, dal cous cous che ancora se la viaggia nel mio stomaco e dall'orologio sopra la porta della mia stanza, che segna niente popò di meno che le tre e mezza di notte!
Li mortacci de Pippo (come dicono qui a Roma)!
Io non ce la faccio proprio ad addormentarmi all'ora dei giusti, come Dio comanda.
E a proposito di quello che stavo dicendo poche righe fa, il tempo vola davvero!!!
Buonanotte! 

lunedì 29 novembre 2010

Cioccolatini al pepe e ciliegie

Se la madre di Forrest Gump soleva dire:
La vita è come una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita
Io dico che ce li possiamo anche andare a scegliere (quando è possibile). Addirittura possiamo pure farceli a casa nostra. E tanti saluti ai "tubi" della Perugina, a tutto ciò che sforna la Ferrero e ai fantastici bon bon Lindt!
Si, lo so che molte di voi ci fanno il "bagno", io per prima, ma era giusto per dire che una volta tanto si può cercare di FABBRICARE in casa ciò che di solito andiamo a comprare. Anche perchè (zitte-zitte) dentro le mura domestiche non ci sono limiti di quantità...! Cioè, ci rendiamo conto a quanto sono arrivati i cioccolatini della Lindor???! Se voglio comprarmi un sacchettino di quelli, e ho i soldi contati, devo per forza rinunciare alle mie amiche Marlboro Gold (giammai!), che pure loro non scherzano con tutti sti cazzo di aumenti!!!
Perciò, donne, bando alle ciance!
E andiamo incominciando... così poi avrete qualcosa di veramente COOL da sgranocchiare davanti alla tv o mentre leggete un libro. E per quelle più generose fra noi (mannaggia a voi!), potrete sempre fare bella figura offrendone un po' agli amici che vi piombano in casa (puntualmente senza avvertire), magari all'ora della merenda (furbacchioni!), oppure a quelli invitati ufficialmente a cena (tipo il capo ufficio di vostro marito con degna consorte al seguito), accompagnandoli con un ottimo caffè e con il giusto liquorino (che sono certa nascondete da qualche parte...vecchie canaglie!).
Pronta la stampa e/o carta e penna?

Ingredienti:
  • 250 grammi di cioccolato fondente al pepe
  • 20 ciliegie marasche
  • 30 grammi di granella di nocciole
  • 1 cucchiaio di olio di semi
  • pepe macinato (se possibile rosa)
Premetto che, essendo ora in stagione invernale, è ovvio che potete sostituire le ciliegie "fresche" con quelle al Maraschino, sciroppate, o ancora meglio quelle messe sotto spirito da voi stesse, durante l'estate.

Scioglire il cioccolato assieme all'olio a bagnomaria, mescolando spesso. Nel frattempo lavare le ciliegie e asciugarle, facendo attenzione a lasciare attaccato ad ognuna il picciolo (questo, appunto, se le ciliegie sono di stagione, altrimenti tiratele semplicemente su dal liquido dove si trovano e passatele un momento sotto il getto dell'acqua, aiutandovi con un colino o un piccolo setaccio). Porre, ora, 20 pirottini o stampini cilindrici in lattice (che ormai potete trovare facilmente in molti negozi) su un vassoio e versare in ognuno un cucchiaino di cioccolato al pepe fuso. Spruzzare poi su di essi (uno alla volta) un minuscolo pizzico di pepe rosa macinato (che andrà a rafforzare l'aroma già "pepato" del cioccolato). Quindi adagiare all'interno di ogni pirottino una ciliegia, bene al centro, tenendola per il picciolo (in caso di ciliegie in conserva se con le dita non ce la fate e rischiate di combinare casini, aiutatevi con un paio di piccole pinze da cucina, facendo bene attenzione a non stringere troppo col rischio di spappolare la ciliegia!), in modo da far salire il livello del cioccolato fuso fin quasi a coprire interamente la ciliegia. Unire un pizzico di granella di nocciole (lasciata precedentemente in frigo). Una volta rassodato il cioccolato (vedete voi a seconda del tempo a disposizione, legato magari ad una certa occasione, se potete attendere lasciando i cioccolatini a temperatura ambiente o se occorrerà metterli in frigo almeno per un'oretta), sformare gli stampini e servire con i suggerimenti che vi ho elencato prima. Se per caso scovate in dispensa (per grazia di Dio) del liquore alle ciliegie usate decisamente quello!

Molto bene benissimo. Sono le 4 del mattino e direi che posso anche chiuderla qua, sebbene scrivere sul mio dolce amore e raccontarlo a mio modo a voi mi stia piacendo un sacco, e ogni giorno di più. 
Ma temo per la mia incolumità se ora non mi decido ad arrestare il sistema, a staccare la spina, a mettermi sotto la mia trapunta color melanzana (non prima di essermi fumata l'ultima cicca!) e a fare la nanna. Specie considerando, poi, che domani si terrà una cena di ringraziamento qui a casa nostra, e il mio "coinqui" Samuele mi vorrà di certo attiva e scattante dalle prime luci del giorno (see...vabbè!), pronta ad affrontare una notevole lista della spesa....
Buonanotte!       

E se il serpente avesse offerto del Cioccolato?

Eva avrebbe goduto, come mai le è successo in seguito, povera stella. 
Altro che mela! E di fisso non avrebbe diviso l'eventuale barretta con Adamo (lo spione smidollato!), manco un quadratino!
Forse, chissà, sarebbe andata pure meglio, a cominciare dalla vergogna, dal correre a nascondersi (barricandosi dietro a foglie di fico - o quello che era - con l'ansia addosso di aver commesso chissà quale peccato capitale!) e via di seguito, senza tralasciare il famigerato: partorirai con dolore! 
Quasi fosse dato per scontato dall'alba dei tempi che la donna dovesse vivere affrontando rinunce e sacrifici!
CHE PALLE! 
Scherzi, leggi morali, credenze popolari e religioni a parte iniziamo a ribellarci a ciò che abbiamo (forse) sempre vissuto e sopportato, arrivando a comprare il cioccolato di nascosto, stipandolo sotto i sedili dell'auto e dentro il cruscotto o (una volta giunte a casa) in fondo a uno dei pensili della cucina, dietro ai cibi in scatola e ai pacchi di farina (perchè è più naturale che i padri, i figli, i mariti e i conviventi cerchino il mangiare già fatto - dentro al frigo, al forno o alle pentole lasciate sui fornelli - piuttosto che gli ingredienti per cucinarselo).
BASTA con tutte queste paure! Non siete stufe???
E non vi rode ancora di più quando, dopo aver sfornato l'ennesimo dolce a base di cacao dobbiate fare per forza la "scenetta" di accontentarvi di una fettina striminzita o di un solo cucchiaino in assaggio, mentre gli altri intorno a voi (chi perchè è più giovane, chi perchè ha un diverso metabolismo e una diversa costituzione, chi perchè ha tempo di andare a correre e in palestra, chi perchè se ne frega, ma ama tanto additare gli altri) si strafogano?
Che due coglioni!!!
Ma, badate bene, la "colpa" non è la loro, bensì la nostra. Se noi fossimo a posto con noi stesse il giudizio degli altri non ci sfiorerebbe nemmeno, giusto? Siamo noi per prime (purtroppo) a metterci in croce, quasi il senso di sbagliare e di commettere chissà quale grave errore facesse parte della nostra persona fin dalla nascita, come gadget del nostro DNA.
Ma così non è, rendiamocene conto!!!
Cominceremo, quindi, a fare come più ci piace (se ci state). Cucinando e assaporando in primo luogo per noi stesse e non per il prossimo. Perchè di essere materne, disponibili e COSCIENZIOSE c'è sempre tempo! E ci siamo anche un po' rotte le ovaie! No?
Impariamo, piuttosto, a prenderci cura della nostra personcina, dandole tutte le attenzioni di cui necessita, in qualsiasi momento del giorno e della notte. 
Chiaro?
Bisogna vivere bene con il proprio IO e le proprie voglie (o necessità come direbbero alcune). Altrimenti è OVVIO che nessuna dieta o controllo alimentare potrà mai funzionare. Non a lungo termine, almeno. E ci ritroveremo (come sempre) a rimpinzarci in un'unica volta (rischiando così il coma diabetico!) di tutto il cioccolato evitato fino a quel momento. Detto fatto i chili persi ritorneranno in un baleno e con loro lo sconforto, il malumore, la rabbia, le solite paranoie, con a capo frustrazione e DEPRESSIONE!
Ne vale dunque la pena? Non credo proprio! 
E se pensate di sì, beh, mi spiace per voi e per come (immagino) viviate male.
Premetto che non voglio essere presa per una psicologa, una nutrizionista fricchettona o un qualsiasi tipo di dottoressa esperta nei processi alimentari.   Anche perchè non sono nulla di tutto questo. 
Sono solo una giovane donna che scrive romanzi per vivere (arrotondando qua e là con altre attività), che ama il cioccolato sopra ogni cosa.
Perciò mi sono chiesta spesso: perchè quello che mi piace e che mangerei ogni giorno, tutto il giorno, debba per forza essere considerato dalla maggior parte della gente (esperti e non) dannoso?? O comunque una sorta di pericolo per il mio benessere fisico???
Siamo d'accordo che non bisogna esagerare (come del resto in tutte le cose, anche per quelle più "sane"), ma da qui a sentirsi in colpa ogni fottuta volta che ci capita sotto gli occhi o fra le mani, beh, non è vita!
Come spiega giustamente Debra Waterhouse, affermata e celebre nutrizionista americana:
...le "voglie" - apparentemente capricciose e misteriose - non rappresentano affatto un problema da risolvere, bensì una caratteristica da incoraggiare e assecondare, perchè provvedono a fornire ai diversi organismi l'adeguato, e "inconsciamente richiesto", apporto di sostanze, bilanciando i neurotrasmettitori...
Un concetto (sicuramente da approfondire) stravagante e azzardato, per chi la pensa diversamente o per chi crede di essere nel giusto a negarsi anche solo un cioccolatino, meritandosi i vari conflitti interiori che sempre ne conseguono.
Il punto è, a parer mio, che bisogna solo volersi un po' più di bene.
E con la stessa naturalezza, libertà e serenità con cui (si spera) ci regaliamo un vestito nuovo, il nostro profumo preferito, quel dato libro, la crema anticellulite sponsorizzata in tv o il paio di scarpe viste in vetrina il pomeriggio precedente, così ci dobbiamo concedere un pezzo di cioccolato. Senza farne un dramma, ciccia e brufoli a parte!

 
 
   

Cioccolato movie

Cosa dire del cioccolato al cinema?
Beh, senza ombra di dubbio la fa da padrone! Ne convenite?
La maggior parte dei film a sfondo "culinario" ha come protagonista il cacao e tutti i suoi derivati. 
Si, insomma, penso si possano contare sulle dita di una mano le pellicole che legano la propria trama ad alimenti e bevande come la pasta (Pranzo di Ferragosto), il pane (Il pane/Piazza delle Camelie), il vino (Il profumo del mosto selvatico, Marcellino pane e vino, Un'ottima annata, Il segreto di Santa Vittoria), la pizza (Mystic pizza, Focaccia blues), la frutta (Il profumo della papaya verde), fino ad arrivare ai dolci in massa (Waitress - ricette d'amore) e a tutti i cibi in generale (Julie & Julia, Soul Food, Il pranzo di Babette, Ricette d'amore, La grande abbuffata, Big night, Tutte le donne della mia vita, Vatel, Cous cous), comprese le spezie e i vari aromi (Un tocco di zenzero, La maga delle spezie, Per incanto o per delizia).
Questi, i primi che mi vengono in mente.
Ma vogliamo mettere il Cioccolato, gente?
Ricordiamone alcuni fra i più belli...
  1. Grazie per la cioccolata
  2. Come l'acqua per il cioccolato
  3. Lezioni di cioccolato
  4. Chocolat
  5. Un piano quasi perfetto
  6. Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)
  7. La fabbrica di cioccolato (2005) riadattamento di Tim Burton 
Il fatto è (secondo la mia modesta opinione) che la CIOCCOLATA si presta bene per tutto. 
Ha un determinato fascino che manca agli altri cibi (per quanto anche loro possiedano una propria personalità). E' seducente in ogni sua forma e colore e solletica i cinque sensi come nessuno. Almeno per quanto mi riguarda.
Partendo dagli occhi possiamo dire che vengono appagati alla grande! Puntando una semplice scaglia, un quadratino rubato di fretta, un "banale" cioccolatino, fino ad arrivare alla torta più meravigliosa e decorata ad arte, tutto abbaglia nella sua completezza. E poi è bello! Il cioccolato è FIGO! Non c'è niente da fare... Colpisce e attira quasi più di un paio di spalle larghe, di due gambe lunghe e tornite, di un fondoschiena sodo, di due braccia forti e muscolose e di pettorali e addominali scolpiti...
Ok, amiche, ho appunto detto QUASI...!
E scendiamo all'udito, che ormai al solo pronunciare il suo nome scatta sull'attenti, interessatissimo, captando aneddoti e suggerimenti, registrando particolari sconosciuti e mandando un immediato messaggio al cervello con su scritto: lo voglio, lo voglio, lo voglio!
Quindi è la volta dell'olfatto, che non è da meno a fiutarne la traccia lontano un miglio, tanto che un Bracco da caccia a confronto pare una tartaruga zoppa! Perchè sappiamo tutti che il suo profumo è inconfondibile... che sia in forma solida, sciolto o ridotto in finissima polvere, beh... non ha certo bisogno di "muoversi" per farsi venire a cercare. Anzi! Com'era solito dire Oscar Wilde:
L'attesa del piacere è essa stessa piacere
E anche noi ci uniamo nella struggente sensazione che precede l'assaggio, già godendo attraverso le nostre membra di un sapore registrato ormai a livello neuronico (si può dire?).
Infatti ecco la mano che si allunga, ipnotizzata, mettendo fine all'agonia del tatto, che non ce la faceva ad attendere oltre, pregando per potersi nuovamente impadronire di quella solida e liscia compattezza, a tratti untuosa, o di quella scioglievolezza con cui è sempre una delizia "sporcarsi" (per poi succhiarsi amabilmente le dita!), o ancora di quella finissima polvere colorata, capace di insinuarsi ovunque con maliziosa intenzione.
Ma l'esplosione vera arriva solo con il gusto. Quando finalmente ce lo mettiamo in bocca, "affogando" lingua e palato, dando così vita a un orgasmo senza precedenti... (o quasi, d'accordo!). 
Spetta poi a noi decidere come consumarlo, se con lentezza esasperante oppure masticandolo e buttandolo giù di corsa, quasi lo stomaco ci stesse implorando, appendendosi con mani invisibili all'esofago.
Sublime...
La parola giusta è SUBLIME!
  
   

Ciambella di patate e cioccolato fondente

Stamattina il citofono mi ha svegliata di brutto! 
Poi mi sono resa conto che era il corriere con l'armadio che stavo apettando da quasi due mesi, perciò mi sono calmata, ritrovando addirittura il sorriso, sebbene avessi dormito solo cinque ore. 
Non dev'essere stato bello per quel pover'uomo vedermi arrivare in pigiama e con i capelli davanti agli occhi, pronta a firmargli la ricevuta (evitando di alitargli in faccia), cristonando per il fatto che mi avesse mollato il mobile sul marciapiede non avendo l'ordine dalla ditta di portarmelo fin su in casa.... 
Ora, mi domando e dico: dove sono andati a finire gli uomini di una volta???!
Ok che se fossi scesa in babydoll e autoreggenti (con tanto di pantofoline di pelo e tacco a spillo) probabilmente non ci avrebbe pensato su due volte, anzi, si sarebbe offerto di sua spontanea volontà.... però non vuol dire! Un po' di sano altruismo, no? Spolveriamo per un giorno al mese quella "cosa" chiamata galanteria! 
Fortunatamente per me, posso vantare tre adorabili coinquilini maschi (eh,eh,eh) che, ancor prima di fare colazione, si sono camalati il mio armadio per tre piani di scale, senza quasi fiatare (erano solo in due, perchè il terzo era al lavoro, ma ce l'hanno fatta benissimo!).
Perciò, ora che anche le ultime giacche e gli ultimi vestiti sono stati appesi (non potete capire la gioia dopo settimane e settimane di trasloco, accampata fra scatoloni, valigie e quant'altro!) non mi resta altro da fare che RILASSARMI e ringraziarli... Eh! Mi pare il minimo!
Così, dopo essermi bevuta un caffè e fumato una santa sigaretta, mi sono messa a spulciare nei miei ricettari (un mix di libri, quaderni scritti a mano, fogli stampati svolazzanti e pagine strappate a innumerevoli riviste) alla ricerca di un dolce semplice, ma gustoso, e che si adatti anche al tempo freddo e uggioso che c'è oggi.
La scelta è caduta su una più che dignitosa ciambella di patate e cioccolato fondente. Che tra l'altro, oltre ad essere buona e assai "invernale", richiede ingredienti che ho già belli e pronti in cucina, senza costringermi a uscire ad acquistarli (voglia zero!!!).
Che ne dite, quindi, di unirvi a me? 
Non do per scontato che anche voi abbiate ricevuto proprio stamattina un armadio nuovo e che dobbiate ripagare i vostri eventuali coinquili dello sforzo di trascinarvelo in camera, però non si sa mai...e poi è bello fare le cose assieme! Un po' come tenersi compagnia pur non conoscendosi.
E direi di partire con gli ingredienti:

  • 800 grammi di patate
  • 100 grammi di burro
  • 125 grammi di cioccolato fondente
  • 225 grammi di zucchero
  • 100 grammi di mandorle
  • 4 uova
  • 1 bustina di vanillina
  • 1 arancia non trattata
  • sale

procedimento: 
Lessare le patate per 30 minuti (più o meno, si sa, a seconda della qualità e della grandezza di quest'ultime), scolarle, pelarle e passarle allo schiacciapatate. Mettere il purè ottenuto in una terrina e allargarlo lungo i bordi di essa per farlo intiepidire. Fondere, quindi, il burro a bagnomaria (per evitare che si scaldi esageratamente o che addirittura arrivi a bollire, com'è capitato a tutte almeno una volta e solo perchè ci siamo distratte un attimo!) e unirlo al purè di prima, mescolando con delicatezza (rispettando non solo gli equilibri di ogni elemento, ma evitando di sporcarci e di schizzare burro fuso ovunque!). Unire ora lo zucchero, la vanillina, le mandorle tritate (pelate o no la scelta è vostra. C'è chi non sopporta la pellicina che le riveste, anche quando è ridotta in poltiglia e chi invece sostiene che dia più sapore, una volta cotto il dolce) e la scorza d'arancia grattuggiata.  
Amalgamare bene il tutto! 
E lo sottolineo perchè in cucina (quando è possibile, certo) non si dovrebbe mai avere fretta. Cucinare è un'arte, non devo dirvelo io (spero!), nulla a che vedere con la malagrazia e l'approssimazione con cui magari qualcuno fa le cose in generale.
A questo punto si possono sgusciare le uova, separando i tuorli dagli albumi. Incorporare i primi, uno a uno, al composto di patate e cospargere l'impasto con il cioccolato ridotto a scaglie. Montare poi gli albumi a neve fermissima con un pizzico di sale (mia nonna ci aggiunge sempre due - e dico due - gocce di limone, suo segreto "professionale") e incorporarli al composto delicatamente (eh, lo so, a volte è una rottura di scatole, ma non è colpa nostra se le molecole dei prodotti che usiamo, a seconda delle combinazioni, rischiano di impazzire, compromettendo il risultato finale!), mescolando dal basso verso l'alto. Adesso si può versare l'impasto in uno stampo da ciambella (possibilmente a cerniera, come ormai consiglio a tutte, specie per cotture di questo genere) precedentemente imburrato. 
Cuocere in forno caldo a 180 gradi, a bagnomaria (mi raccomando!) per 45 minuti.
Una volta fuori, lasciare intiepidire la ciambella e sformarla sul piatto da portata che preferite (o che avete sotto mano in quel momento).

Beh, direi di procedere con l'assaggio!
Essendo le cinque meno un quarto ho giusto il tempo di mettere su del tè (a sto giro ai fiori di Zagara, buonissimo, regalo di uno dei tre "coinqui", ih!), così da rendere il tutto davvero coreografico...!!!
Avercela, comunque, una ragazza come ME in casa, tzs!
Quanto a voi, mie nuove amiche, fatemi poi sapere com'è!  
   

domenica 28 novembre 2010

Cioccolato da morire!

Perchè dar vita all'ennesimo blog riguardante il cioccolato? 
(con tutto il rispetto per quelli già esistenti, che ho sempre visitato e dai quali ho attinto gran parte del mio sapere in materia...)
Beh, perchè come disse una volta qualcuno:
Nove persone su dieci amano il cioccolato. La decima mente!
Diciamo solo che il mio non vuole essere un banale elenco di ricette, bensì un addentrarsi nei meandri più segreti legati alle nostre voglie. 
Alla voglia di cioccolato, più precisamente. 
A come accontentarla, ogni qual volta ci si presenta davanti, qualsiasi ora sia e in qualunque luogo o situazione ci troviamo (sì, anche fossimo "appesi" a uno dei pali dentro metro!).
E poi perchè alle donne, in special modo, piace così tanto? Quali bisogni e desideri si celano dietro quel determinato sapore e all'immediato appagamento che ne consegue? Tolte tutte le spiegazioni che sono state date per certe in tanti anni. Se teniamo conto che Freud è morto senza riuscire a capire cosa vogliano realmente le donne, chi può mai etichettare con fermezza che l'azione quotidiana di ingerire cioccolato (in qualsiasi quantità e versione esistente sul mercato) significhi Saturno contro, mancanza d'amore e solitudine in generale?  
Senza contare i mille sensi di colpa che ne conseguono, e che gli amici (salvo i complici di tale passione), i fidanzati, i mariti, i famigliari e chi più ne ha più ne metta, contribuiscono a creare! 
Insomma, una sarà ben libera di scegliere cosa ficcarsi in bocca, no? E al diavolo l'onnipresente dieta!!! 
Per dirla con le parole di un simpatico link che ho condiviso ieri su Facebook:
...Oh, ma sei ingrassata??? Ma fatti i cazzi tuoi, mica vengo a mangiare a casa tua!!!!!
Eccetto per mogli e conviventi, certo, ma il senso rimane e pure bello chiaro!
Tanto ormai è sodato che non è il cioccolato in sè che fa "lievitare" (senza andare troppo a indagare sulle quantità consumate...) e gli studi rivelano da tempo le sue doti benefiche... Perciò che c'è? Qual è il vero problema che non ci lascia vivere a pieno il godimento legato al mitico cibo degli Dei? 
Spero vivamente di scoprirlo insieme a voi, passo per passo, impiastricciandoci di cacao dalla testa ai piedi, rotolandoci dentro se occorre, andando alla scoperta di questa droga prelibata, sviscerando cose mai dette (si spera!) mie e vostre, snocciolate fra una fetta di torta, una mousse, un biscotto e un pezzo di fondente puro al 100%! Senza tralasciare antipasti, primi e secondi. Così poi vedremo come reagiranno i tanti rompiballe davanti a un bel piatto di pappardelle con cioccolato e speck, porcini al cioccolato bianco e così via!