lunedì 31 gennaio 2011

Grazieeeeeeeee!

Ok, un'ultima "cosuccia" e poi per oggi vi lascio stare, giuro!
Potevo già farlo dopo la ciambella di prima (avete ragione), ma ci tenevo a ringraziarvi tutte per l'ennesima volta perchè, nonostante stiano passando i giorni (e quindi i mesi) da quando ho cominciato a scrivere in questo blog ancora non mi sono abituata alle vostre visite, sempre più costanti e da Paesi così sparsi nel Mondo!
Nel senso che non smetto di sorprendermi nel trovare quasi ogni giorno nuove "adepte" connesse a questo mio indirizzo, e la sorpresa aumenta quando le stesse si rifanno vive il giorno dopo, o due giorni dopo o anche solo una volta alla settimana, senza però "abbandonarmi" mai.
Io, che ho iniziato questa cosa quasi per gioco perchè amo il cioccolato sopra qualsiasi alimento esistente e perchè adoro stare ai fornelli e impastare e creare e dare vita a cose buone da condividere con chi mi sta intorno... MAI avrei pensato possibile che delle ennesime ricette proposte su Rete potessero interessare più di tanto. Ok amiche e parenti, che mi vengono a leggere quasi per "dovere" o per farmi un favore o anche solo per curiosità, visto che conoscono di persona chi scrive... ma tutte voi che non sapete manco chi io sia (e che cosa voglia)?
Sto sorridendo, anche se non potete vedirmi....
Se penso, poi, che non essendo per niente esperta di blog (ma sto imparando pian piano con la pratica!) non sono ancora riuscita ad inserire una sola immagine... cioè, una figura pietosa al cospetto delle migliaia di blog dedicati alla cucina che si vedono sul Web, cento volte migliori del mio!
Questa sì che è FIDUCIA, da parte vostra!!! 

E' quindi con orgoglio e pura gioia che voglio nominare tutte voi che mi seguite... dagli STATI UNITI, da SINGAPORE, dalla GERMANIA, dal REGNO UNITO, dalla DANIMARCA, dall'UNGHERIA, dalla FRANCIA, dal BRASILE, dalla SVIZZERA, dalla SPAGNA, dal CILE, dalla CROAZIA, da ISRAELE, dalla SLOVENIA e dalla MALESIA!

Grazie, grazie e ancora grazie!
Siete la mia "OLIMPIADE" del cuore, ragazze!


Ingredienti:
  • 100 grammi di fecola
  • 100 grammi di cioccolato fondente (o se preferite al latte, o se preferite bianco)
  • 80 grammi di zucchero di canna
  • 1/2 decilitro di latte intero
  • Cognac
  • Lingue di Gatto (biscotti)

In una casseruola (senza accendere ancora il fuoco) mescolare la fecola, lo zucchero e il cioccolato grattugiato. Diluire quindi con il latte, accendere il fuoco (bassissimo!) e cuocere mescolando di continuo fino a ottenere una crema omogenea e molto densa.
Versare la crema in delle coppette bagnate con il Cognac e metterle in frigorifero per almeno quattro ore.
Servire la crema accompagnandola con un cabaret di biscotti Lingue di Gatto.

Ciambella di riso bicolor

Ahhhh.... comprato (al supermercato di prima) nuovo libro sui vampiri!
Che bellezza!
Ormai ne ho più di cento, a occhio e croce, e se è vero che voglio avere tutti quelli usciti sul mercato mi sa che me ne mancano ancora circa trecento! E ne continuano a uscire di nuovi! Infatti mi sono dovuta fare un elenco su Excel, altrimenti non ce la facevo a tenermi titoli e autori tutti a mente.... Anche perchè (se non ci avete fatto caso ve lo dico io) ormai libri del genere non sono più "singoli", ma trattasi di primi volumi di trilogie e quadrilogie e chi più ne ha più ne metta! Twilight ha proprio dato il via a una Nuova Era, come si dice. E pensate che la saga della mia scrittrice preferita, Laurell K. Hamilton, vanta già dieci volumini (mentre in America sono già al diciassettesimo libro!) e tutti con Anita Blake come protagonista. Cioè, da pazzi!
Da lettrice, per carità, sono arcicontenta e vorrei che non smettesse mai di citare le gesta di questa eroina moderna. Da acquirente, invece, non posso negare che si tratta di una bella spesuccia, tirando le somme a fine mese, con un libro preso qui,l'altro di là e l'altro ancora ordinato su Internet!
Per non parlare dello spazio che occupano in casa....!
Ma la passione è passione, giusto? Non c'è limite di spesa e ci si può pure sedere o dormire su pile e pile di libri, l'importante e non farsene scappare nemmeno uno!!!

Come nessuno di voi dovrebbe farsi scappare il dolce seguente....


Ingredienti:
  • 400 grammi di riso (possibilmente Vialone nano)
  • 1/2 litro di latte intero
  • 100 grammi di cacao dolce
  • 100 grammi di uvetta
  • 100 grammi di mandorle pelate
  • 50 grammi di pinoli
  • burro

Versare il latte in una casseruola insieme alla sua stessa quantità in acqua e portare a ebollizione. A quel punto versarci il riso e portarlo a metà cottura, quindi scolarlo.
Dividere il riso in due parti uguali. In una incorporare il cacao e l'uvetta (precedentemente lasciata un quarto d'ora in ammollo in acqua tiepida e poi strizzata). Nell'altra aggiungere i pinoli e le mandorle tritate.
Imburrare uno stampo a ciambella e riempirlo fino a metà con il riso bianco. Livellare bene (ricordandovi di battere lo stampo sul piano dove state lavorando, in modo che il riso aderisca bene sotto e ovunque senza lasciare buchi o aria) e colmare il resto dello stampo con la parte di riso al CACAO, ripetendo poi la procedura dello "sbattimento" sul ripiano.
Fare cuocere la ciambella a bagnomaria per almeno venti minuti e lasciare raffreddare bene prima di sformare su di un piatto.
Può essere servita così o se preferite accompagnata da crema inglese o fonduta di cioccolato bianco o al latte.

E buona lettura a tutte!

Budini sciroppati

Ma buongiorno!
Sono appena tornata dal supermercato (scelgo sempre questi orari sperando di trovarlo semi-vuoto, convinta che la maggior parte della gente sia a casa a fare la pappa...) e sono sopravvissuta come al solito.
C'è una forte dicotomia che si dibatte in me ogni volta che devo andare a fare la spesa, e magari la "spesona" settimanale.
Da una parte c'è la voglia di comprare (e chi non ce l'ha?), nel senso che mi piace e tanto, non lo nego. Così come adoro lo shopping e fare incetta di scarpe e vestiti, allo stesso modo sono contenta di girettarmela con il carrello nei numerosi centri commerciali e più sono grandi e hanno roba che in giro per negozi non si trova e più mi diverto a riempirlo (il carrello!).
Dall'altra parte c'è tutto l'opposto, ossia il fastidio e l'intolleranza verso certe cose. Tipo quando il supermercato è pieno e la gente invece di muoversi in modo abbastanza ordinato se la cazzeggia a destra e a manca, manovrando il carrello come un cieco ubriaco, venendoti addosso, intralciandoti il passaggio, sempre con lo sguardo rivolto in alto, verso gli scaffali, come se non occorresse nemmeno guardare dove cacchio si mettono piedi e rotelle!
Senza contare che se per caso sbuffi alle spalle di una signora anziana (perchè TU hai una certa fretta e LEI non ha nulla di meglio da fare) questa ti guarda ancora storto, come se fossi la persona più maleducata a questo mondo, quando magari lei è lì a leggere gli ingredienti di non so quale prodotto da circa mezz'ora (perchè si è dimenticata gli occhiali a casa e non ci vede bene!), con il carrello messo per orizzontale in mezzo a uno dei corridoi!
Per non parlare dei bambini. Che io adoro, premetto, tolti i miei mille anni da babysitter e il mio attestato di Educatrice d'Infanzia, ma tutto ha un limite. Non si possono lasciare liberi come conigli, a saltare di qua e di là, facendo cadere di tutto e di più, scorrazzandoti sui piedi (una volta ho pure beccato una bimba con i pattini a rotelle, no, dico, i PATTINI!!!), urlando, sbucando fuori dagli angoli col rischio di pestarli a tua volta o travolgerli con il carrello (che andresti pure nelle grane, perchè loro con tutto ciò che fanno restano sempre e comunque INNOCENTI!), piangendo attaccati alle gonne della mamma perchè quest'ultima non vuole comprare il giocattolino o la Nutella o l'ovetto Kinder o qualche altra minchiata!
Io voto per lasciarli dalla nonna o dalla zia o con la sorella maggiore o appiopparli al padre (che tanto per un'ora non muore!) o anche da una vicina!
E per finire?
Le cassiere. Una più "simpatica" dell'altra! Cioè, lo so che è un lavoro di cacca e che se sei di turno dalle otto del mattino alle otto di sera ti possano anche girare le palle, così da non consentirti di elergire sorrisi e parole gentili, ma non puoi nemmeno trattare i clienti come se fossero dei cagacazzi passati di lì al solo scopo di dare fastidio a te personalmente! E sbuffano e roteano gli occhi e sospirano e non ti guardano manco in faccia o se lo fanno è perchè magari hai detto o fatto la cosa sbagliata e allora diventi la patetica sfigata del giorno, di cui sparlare nella pausa pranzo con le altre, mentre se becchi quella già alterata per i fatti suoi sai che ti magerebbe viva, con tanto di fracciatina tagliente o rispostaccia!
Un autentico delirio, dove per fortuna fino a ora me la sono cavata, anche perchè andando sempre negli stessi posti (sebbene vasti) gira che ti rigira sia i commessi che le cassiere alla fine ti riconoscono, anche solo di vista. Allora c'è quel sorriso stentato in più e quella pazienza bonaria elargita (col cucchiaino) nonostante arrivi a pagare cinque minuti prima della fine del turno....
Non le invidio, poverine, proprio per niente!
E senza nemmeno prendere in considerazione la posizione fissa in cui devono stare, sempre sedute, con il culo schiacciato, la schiena dolorante, i crampi a braccia e spalle e delle caviglie grosse e gonfie quanto quelle di un ippopotamo.
Mia mamma lo dice ogni volta che bisogna comprenderle, punto e basta, sorridendo noi a loro e agevolando il loro lavoro il più possibile.
Infatti sì, mi sa che se lo meritano. E meritano anche il dolce di oggi.
A tutte le CASSIERE DEL MONDO!


Ingredienti:
  • 200 grammi di albicocche sciroppate
  • 100 grammi di panna fresca
  • 50 grammi di amaretti
  • 50 grammi di zucchero semolato
  • 40 grammi di pinoli
  • 40 grammi di pistacchi
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 2 fogli di colla di pesce
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 16 amarene sciroppate

Mettere in ammollo in acqua fredda la colla di pesce. Scaldare il latte, nello stesso tempo, e quando sarà bello caldo strizzare i fogli di gelatina e scioglierceli dentro.
Frullare le albicocche e poi versarle nel latte. Togliere dal fuoco, lasciare raffreddare e aggiungere gli amaretti sbriciolati, lo zucchero e i pistacchi e i pinoli tritati.
Montare la panna ben ferma e poi amalgamarla insieme al composto precedente, continuando a mescolare finchè tutto non appare ben amalgamato. A questo punto dividere l'impasto ottenuto in degli stampini da crèam caramel.
Lasciare riposare in frigorifero per almeno sette ore. Io, come al solito, propongo di preparare i budini la sera e lasciarli in frigo tutta una notte.
Passato il tempo che ci vuole tirare fuori gli stampi dal frigo e sformarli o su dei piattini singoli o su di un piatto grande da portata.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e versarcelo sopra, dopo di che decorare con le amarene sciroppate.

Buona pausa pranzo!!!

domenica 30 gennaio 2011

Riso al cioccolato

Bene, bene, bene....
La veterinaria non compare ancora all'orizzonte. Ma come vedete io non vi abbandono!
Anche se magari, fra una ricetta e l'altra, lascio ampio spazio a un nuovo capitolo del libro (la mia vera passione primaria!)... Pensate che a furia di scrivere ormai si sono consumate le lettere sui tasti del pc. Fortuna che le mani e il cervello hanno memorizzato dove si trova quella e quest'altra lettera (tipo la E, la A, la C, la S e la D, che sono praticamente "scomparse"!), altrimenti sarebbe un vero casino! Un "battere" alla cieca!

Bando alle ciance, tenetevi forte perchè per la prima volta da quando ho iniziato a scrivere sul blog ho in serbo per voi un piatto SALATO!
Ebbene sì, trattasi di risotto... e un risotto buo-nis-si-mo!
Certo, non si tratta di risotto allo champagne o al tartufo bianco, ma è comunque un piatto prelibato e sicuramente originale. Estrapolato, oltretutto, dal ricettario fatto dai bambini nella scuola dell'ospedale di Vercelli nell'anno scolastico 2005/2006.
E vorrei dedicarlo a una persona speciale, a una mia nuova amica di Facebook che si è innamorata del blog e lo seque quotidianamente (per la mia gioia personale!).
Quindi grazie, grazie e ancora grazie a Sofia Scotto Di Carlo!


Ingredienti:
  • 8 manciate di riso
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 1/4 di cipolla bianca dolce
  • 2 cucchiai di olio d'oliva
  • 1/2 dado vegetale
  • 2 cucchiai di cacao amaro
  • 1/2 tavoletta di cioccolato extrafondente (una tavoletta solitamente pesa circa 100 -125 grammi)

In una padella ampia versare la cipolla tritata facendola rosolare nell'olio d'oliva. Dopo di che aggiungere il riso e lasciarlo tostare brevemente.
Versare il vino e mescolare lasciando evaporare.
Nel frattempo mettere sul fuoco una padella d'acqua che dovrà essere mantenuta calda.
Aggiungere al riso il mezzo dado, il cacao e un mestolo alla volta di acqua (regolandola man mano a seconda della necessità del riso), mescolando spesso finchè non sarà cotto.
Prima di servire, grattugiare il CIOCCOLATO extrafondente direttamente sul riso (come fosse il parmigiano o un altro formaggio di vostro gradimento), mescolando poi affinchè si sciolga.
Aggiungere sale e pepe a seconda dei gusti del vostro palato.

Buon appetito!
Decisamente un piatto "domenicale" assai chic!

Festeggiare il compleanno!

Buona domenica a tutte, pulzelle!
La mia sta passando in attesa del veterinario per la micetta più piccola, ricordate? Ve ne ho parlato in qualche post precedente...
Il mio vicino ha contattato una sua amica che è stata così gentile da dire che oggi (non ha precisato l'ora) passerà qui da me a controllarla. Che brava persona!
Intanto, non potendo uscire in attesa che arrivi, ammazzo il tempo assieme a voi... al mio nuovo romanzo... al film Il ragazzo della baia con un Kiefer Sutherland giovanissimo... e alle solite due tazzone di tè verde.
E non state lì a invidiarmi, per favore!
(sto sorridendo, anche se non mi vedete)
E visto che, tutto sommato, sono di buonumore, ho deciso di proporre qualcosa per eventuali compleanni (tenendo presente che fra poco ci sarà quello di mia nonna): sia che qualcuno lo stia festeggiando proprio oggi (AUGURIII!), sia che qualcuno stia preparando una festa a sorpresa in vista dei prossimi giorni (VECCHIE FAINE!) e sia che qualcuno l'abbia appena passato o che sia ancora piuttosto lontano.
Niente paura, perchè MOI ho la soluzione (per chi si accontenta, certo...).
Mamme, nonne, zie, madrine e sorelle: FATEVI SOTTO!!!


INGREDIENTI:

Per l'impasto:
  • 3 uova
  • 150 grammi di zucchero bianco
  • 1 bustina di vanillina
  • 100 grammi di farina tipo "00"
  • sale
  • 100 grammi di amido di frumento
  • 1 bustina di lievito per dolci

Per la farcia e la decorazione:
  • 125 millilitri di succo di albicocca
  • 50 grammi di cacao amaro
  • 100 grammi di zucchero bianco
  • 25 grammi di amido di frumento
  • 2 tuorli d'uovo
  • 400 millilitri di latte
  • 3 cucchiai di marmellata di arance
  • 50 grammi di Dolceneve di CAMEO
  • 1 confezione di palline arcobaleno "guarnì" di CAMEO

Procedere con l'impasto.
Separare i tuorli dagli albumi e sbattere a schiuma i primi con tre cucchiai di acqua bollente. Aggiungere poco alla volta 100 grammi di zucchero insieme a un pizzico di sale e alla vanillina, continuando a sbattere fino a ottenere una crema corposa.
Lasciare la crema un attimo da parte e montare a neve ben ferma gli albumi con lo zucchero rimasto. Unire quindi la neve alla crema precedente, aggiungendo la farina setacciata con l'amido di frumento e il lievito.
Mettere l'impasto in uno stampo a cerniera di 26 centimetri di diametro, imburrato e infarinato, e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 35 minuti.
Ora preparare la farcitura mescolando in un pentolino il CACAO , lo zucchero, l'amido di frumento, i tuorli, 250 millilitri di latte e portare il tutto a ebollizione, facendo bollire per circa un minuto, senza smettere di mescolare.
Riprendere in mano la torta, che nel frattempo si sarà raffreddata, sformarla e tagliarla in tre strati in senso orizzontale. Bagnare il primo strato con un po' di succo di albicocca, spalmandovi poi sopra la marmellata di arance. Sovrapporre ora il secondo strato, bagnarlo con il succo di albicocche e spalmarci sopra la crema al cacao. Chiudere con l'ultimo strato, bagnarlo con il succo che resta e basta.
Preparare il Dolceneve di CAMEO seguendo le istruzioni scritte sul retro della busta, con i 150 millilitri di latte e, una volta pronto, spalmarlo a piacimento sulla superficie e su tutto il contorno della torta, rendendola unicamente bianca.
Decorare con le palline arcobaleno.

Visto?
Una cosa carina, che fa scena, facilissima da preparare e soprattutto buona.
Poi certo, potete variare gli ingredienti a seconda dei vostri gusti, come per tutte le altre ricette.
Perciò non mi resta che augurarvi: BUON COMPLEANNO!!!

sabato 29 gennaio 2011

Tortelli dolci

Sorelle, non ci crederete ma abbiamo nuove visitatrici anche da ISRAELE!!!
Benvenute, donne....e mi raccomando: rimanete con noi (e se vi piaccio, spargete la voce!!!).
Infatti avevo pensato di lasciarvi in pace, per oggi, ma non posso non rendere omaggio alle nostre nuove amiche, si fossero "sintonizzate" su di me anche solo per sbaglio!
E per sottolineare la mia gioia ecco ancora qualcosa da far annegare ben bene nell'olio!
Voglio dire, ho fatto 30? E mo' faccio pure 31!


Ingredienti:

Per la pasta:
  • 1/2 decilitro di olio d'oliva
  • 400 grammi di farina bianca
  • 1 bicchiere di vino bianco (non troppo secco)
  • olio per friggere
  • sale

Per il ripieno:
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 250 grammi di confettura di frutti di bosco (se proprio non vi piace, sceglietene un'altra, magari di fragole o di ciliegie)
  • 100 grammi di scorza d'arancia candita
  • 1 cucchiaino di cannella
  • burro
  • zucchero a velo vanigliato

Preparare la pastella mescolando la farina setacciata con l'olio d'oliva, il vino e un pizzico di sale. Amalgamare fino a quando l'impasto diventa liscio, elastico e omogeneo. Se così non fosse aggiungere o più olio o più farina, a seconda della necessità. Tenete solo conto che dovrà poi essere stesa con un mattarello e non dosata con un cucchiaio, perciò contate di poterla lavorare con le mani. Dopo di che lasciare riposare per un'ora.
Nel frattempo preparare il ripieno.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato, quindi togliere dal fuoco e aggiungere a esso il trito di arancia candita.
Da una parte fare ammorbidire la marmellata in un tegamino a fuoco dolce con una noce di burro. Unirla poi al cioccolato, insieme alla cannella, mescolare e lasciare riposare per almeno dieci minuti.
Stendere ora la pasta in una sfoglia spessa mezzo centimetro, ritagliarla in quadrati da 8 centimetri di lato e collocare al centro di ognuno un cucchiaio di ripieno al CIOCCOLATO.
Riepiegare la pasta di ogni quadrato a formare un triangolo, sigillare bene i bordi (con le dita o con i rebbi di una forchetta o con un tagliapasta) e friggere i tortelli nell'olio bollente, depositandoli poi su carta assorbente.
Dirporli ancora caldi su di un piatto da portata e servirli subito, spolverizzati di zucchero a velo vanigliato.


Vi gusta l'idea, sempre per rallegrare questo sabato pomeriggio?
A me sì, mannaggia!!!

Per le amanti del "fritto"....

....dai che una volta ogni tanto non fa male, anzi, tira pure su il morale!
E' una specie di gratificazione, non trovate? Forse perchè ne facciamo spesso a meno tra consigli, diete, problemini a stomaco e fegato e via di seguito. Ma come dico sempre è l'abuso a fare danni, non l'assaggio ogni tot di tempo. Poi certo, ci sono quelle fissate che guai persino a nominarlo, però è un grave errore privarsi a prescindere di qualcosa che è effettivamente buono, tenendo conto che una frittella (o anche solo un morso) non ha mai ucciso nessuno!
Suvvia, non diventatemi FISSATE!
Promesso?
Brave!


INGREDIENTI:

Per le frittelle:
  • 2 cucchiai di farina "00"
  • 1 cucchiaio di fecola
  • 2 uova
  • 20 grammi di burro
  • sale
  • latte (quanto basta)

Per la crema:
  • 3 cucchiai di cacao dolce
  • 1 uovo e 1 tuorlo
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • 1 cucchiaio di farina bianca
  • 1/4 di litro di latte

Per friggere:
  • burro (lo so, lo so, la cosa può destare disappunto, infatti vi lascio libere di agire come preferite... la ricetta parla di burro e io ve la spiegherò con il burro - appunto - ma voi potete usare tutti gli oli che volete, compreso lo strutto per chi abita in Emilia e magari è abituata a usarlo...ok?)

Preparate la pastella con la farina, la fecola, le uova sbattute con un pizzico di sale e la noce di burro fuso, dosando a vostro intuito il latte.
Si sa che la pastella per i fritti deve rimanere più densa e più collosa di un qualsiasi impasto per torte, ma non bisogna comunque esagerare o vi rimarrà un malloppo che poi in padella si cuocerà veloce da entrambe le parti rimanendo crudo all'interno...
Quindi nè troppo denso (aggiustate con il latte) e nè troppo liquido (se ve ne scappa troppo recuperate con la farina).
Pronta la pastella farla riposare per mezz'ora, poi friggere le frittelle a cucchiaiate in del burro caldo.
Quando saranno ben dorate, scolarle e depositarle su carta assorbente e dopo ancora su di un piatto da portata.
Preparare ora la crema sciogliendo il cacao nel latte in una casseruola. Aggiungere l'uovo e il tuorlo sbattuti precedentemente a spuma con lo zucchero. Unire anche la farina e mescolare a lungo.
Porre il tegame sul fuoco e portare la crema lentamente a bollore, continuando a girare.
Una volta pronta potete scegliere fra le due seguenti opzioni: o la versate direttamente sulle frittelle, ricoprendole e quindi servendole con tanto di piattino, coltello e forchetta, oppure potete versare la crema in una coppa (o in più coppette) disponendole intorno al piatto delle frittelle, in modo che ognuno si possa servire intingendo la propria frittella nella crema o usando un cucchiaino per spalmarcene un po' sopra.

Buone, carine, divertenti e alla faccia di chi non apprezza o comprende!

Ebbene sì, una frittata...

Oggi si comincia alla grande!
Ho appena scoperto che alla nostra allegra combriccola si sono unite le dolci fanciulle della MALESIA! Proprio così, amiche... mi sto espandendo senza nemmeno accorgermene...che figata!!!
Quindi benvenute, ragazze, e mi raccomando non lasciateci più!
Cambiando argomento la mia gatta più piccola deve aver ingoiato qualcosa di strano che le è rimasto incastrato in gola, perchè continua a deglutire in modo anomalo, pulendosi il muso tutta storta, come se con la zampina potesse farsi uscire il corpo estraneo dalla bocca. Oppure potrebbe essere una lisca di pesce o roba simile... so che mi fa una tenerezza infinita. Fa un verso simile a quello di un vecchietto che scatarra per terra, tra una sigaretta e l'altra! Ho anche provato a guardarle le tonsille, sperando di vedere e beccare qualcosa, ma niente... ci vogliono la pila e gli strumenti del veterinario. Solo che quello che conosco io, dove ho portato l'altra a far sterilizzare, oggi non c'è. Così mi tocca aspettare il mio vicino di casa, che di sicuro ne conoscerà altri visto e considerato che è pieno di gatti anche lui.
Speriamo solo che non peggiori fra oggi e lunedì....

Nel frattempo alla tv, su Iris, stanno dando un vecchio film: L'ultimo dei grandi re. L'ho visto un paio di volte quando ero ragazzina e ricordo di essermi impallata un sacco con JARED LETO, lattore che interpreta il protagonista. Mi fa strano rivederlo ora, mi sembra così piccolo, così "infantile"... cioè, l'attore è uno bonazzo ancora oggi, super cool, ma adesso che io sono bella cresciutella il ruolo che ricopriva in questa pellicola mi fa solo sorridere (con tenerezza), anche perchè era lui stesso un pivello (anche se già super carino).
Comunque me lo rivedo volentieri stando qui a occuparmi di voi.

Per oggi ho pensato a qualcosa di "trasgressivo", preparatevi.
Non che una frittata in sé lo sia, chiaro, ma senza dubbio non è il primo "dolce" (visto che è quasi sempre salata) che viene in mente quando si parla di cioccolato, dico bene?
E magari molte di voi non l'hanno nemmeno mai associata alla nostra grande passione comune. Perciò sarà come provare qualcosa di VERAMENTE nuovo... Facendolo poi sperimentare a chi vi sta intorno... (questo tipo di novità sorprendono sempre positivamente i maschietti, fidatevi, specie quelli ghiotti delle frittate "comuni").
Non mi ricordo nemmeno più da dove ho ricavato la ricetta. Forse da una qualche rivista, sta di fatto che da quando ho provato a farla per la prima volta (curiosissima) poi non ho più smesso e quando io o miei amici hanno voglia di qualcosa di dolce, ma diverso dal solito... ecco qua che tiro fuori la padella e via col liscio!


Ingredienti:
  • 2 banane
  • 1 limone
  • 100 grammi di cioccolato bianco
  • 6 uova
  • 50 grammi di zucchero bianco
  • 40 grammi di burro

Sbucciare le banane e affettarle in rondelle sottilissime. Spremere metà del limone e irrorarle col succo ricavato.
Sbattere le uova con lo zucchero e la scorza di tutto il limone grattugiata. Quando saranno ben montate aggiungere il cioccolato fuso (sciolto precedentemente a bagnomaria) e colato a filo.
Sciogliere il burro in padella (senza farlo sfrigolare), unire le banane con il loro succo al composto di uova e, una volta amalgamato bene, versarlo in padella sul burro completamente sciolto.
Cuocere bene da entrambi i lati, aiutandovi a girare la frittata con il coperchio della padella.
Se volete proprio "svaccare" (come dice mia zia), una volta trasferita la frittata su di un piatto grande e lasciata intiepidire un attimo, potete spolverarla di zucchero a velo vanigliato oppure accompagnarla con un filo di sciroppo d'acero.

Beh, mi dispiace dirvelo, ma ci sono tutti i presupposti per un sabato pomeriggio da sballo, visto e considerato che piove, fa freddo e... di certo prima o poi vi verrà fame. No?

venerdì 28 gennaio 2011

E vai di crostata!

Ahhhhh....mmmmmmmmmhh....siiiii...bontààààà!
La crostata è realmente uno dei miei dolci preferiti.
Non si direbbe, lo so, perchè è una torta giudicata "semplice" e soprattutto "rustica". La classica merenda da dedicare ai bambini, il dolce perfetto da portare quando si organizza un pic-nic, il dessert quasi sempre presente nelle trattorie che si rispettino.
E diciamo che io non sono tipo da pic-nic, non sono per nulla semplice e ancora meno rustica. Però è così. La crostata mi fa impazzire.
Certo, ci deve essere la pasta fatta in un certo modo... e la marmellata (o la frutta) che piace a me... Di norma, poi, apprezzo molto quelle sottile, che in forno si cuociono bene e quando poi le mangi sono quasi croccanti, con la marmellata che si è un po' caramellata... capito cosa voglio dire?
L'unica, invece, capace di farmi divorare crostate alte e pastose, con la pasta che a tratti sembra quasi cruda o che ti si sbriciola in mano tanto è burrosa e friabile e con chili e chili di marmellata sopra è mia nonna (e te pareva!).
Ehhh, ste nonne! Devo ammettere che le è un po' passata la voglia di mettersi lì a farle, infatti mi prende in giro e dice che ora tocca a me prepararle le robine buone da mangiare, coccolandola come lei ha sempre fatto con me fino adesso... e datele torto!
Perciò eccomi qua a proporvi una crostata, appunto, ma una di quelle solite? Noooooo! Una di quelle normali, per non dire tradizionali? Nooooooo! Magari con l'onnipresente marmellata di albicocche o con le mele tagliate a fettine?
Noooooo!
Eh, scusate, dovrò pur farmi riconoscere in qualche modo!
Anche perchè, starete pensando voi, dove caspita ci infili il cioccolato???

Donne di poca fede!
Seguitare a leggere, please...
...e provare per credere!


Ingredienti:

Per la pasta:
  • 180 grammi di farina
  • 2 tuorli
  • 80 grammi di burro
  • 80 grammi di zucchero bianco
  • 1 limone
  • sale

Per la crema:
  • 4 decilitri di latte
  • 5 tuorli
  • 50 grammi di zucchero semolato
  • 30 grammi di fecola di patate
  • 4 cucchiai di crema di limoncello
  • 1 baccello di vaniglia
  • 150 grammi di cioccolato misto (fondente, al latte, bianco)

Occupiamoci prima di tutto della pasta.
Disporre la farina a fontana sul tavolo (o su di un tagliere grande, o dove impatate solitamente), unire i tuorli, il burro ammorbidito e fatto a tocchetti, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e un pizzico di sale. Impastare bene, formare la classica palla con la pasta frolla ottenuta, avvolgerla in una pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per un'ora.
Ora preparate la crema con cui farcire la crostata.
Versare il latte in una casseruola con il baccello di vaniglia inciso per lungo e portarlo a ebollizione.
Montare a spuma i tuorli con lo zucchero, incorporare la fecola di patate e la crema di limoncello e per ultimo il latte filtrato a filo. Trasferire il tutto in una casseruola e cuocere a fuoco dolce girando in continuazione, senza arrivare però a ebollizione. Togliere quindi dal fuoco e mettere da parte a raffreddare.
Prendere la pasta frolla dal frigo, stenderla con un matterello in una sfoglia di 2-3 millimetri di spessore e con essa foderare uno stampo di 18-20 centimetri di diametro, rivestito di carta oleata. Bucherellare tutta la pasta qua e là con una forchetta, dopo di che cuocerla in forno caldo a 180 gradi per 30 minuti.
Una volta cotta fare raffreddare e riempirla con la crema al limoncello. Cospargere, poi, con il mix di CIOCCOLATI ridotti in piccole scaglie.

GNAM, GNAM, signore mie!

Wachau (aspettando l'Austria....)

Sopravvissuta!!!
A chi interessasse ho effettuato l'ultimo esame...e mo' basta! Cioè, se i dottori pensano di no lo dico io, piuttosto emigro!
Ho dato tutto quello che potevo dare e ho sopportato abbastanza in questo mese per poter dire che non ne ho più voglia. Davvero.
Ho ancora il liquido di contrasto che ho dovuto ingollare che mi va su e giù... bleah, che schifezza! Ho ancora la nausea.
Sono riuscita a mangiare solo uno yogurt, appena arrivata a casa, poco fa e ora mi sono messa su una damigiana di tè verde.
E con cosa accompagnare questa calda bevanda? Beh, non so voi, ma io un'ideuzza ce l'avrei... anche se ancora mi posso solo accontentare col pensiero di quello che vi propongo (SOB!), sperando però che voi ci diate dentro, visto che potete!!!


INGREDIENTI:

Per la pasta:
  • 5 uova
  • 150 grammi di zucchero semolato
  • 1 limone
  • 125 grammi di mandorle tostate in polvere
  • 30 grammi di burro
  • 20 grammi di farina
  • cannella

Per la crema:
  • 100 grammi di burro
  • 100 grammi di zucchero semolato
  • 2 tuorli
  • 1 bustina di zucchero vanigliato
  • rum
  • olio di mandorle
  • 60 grammi di cioccolato fondente

Per decorare:
  • mandorle intere


Sbattere il burro con 30 grammi di zucchero, la farina e mezzo cucchiaino di cannella e lasciare riposare il composto ottenuto per venti minuti.
Sbattere i tuorli con 60 grammi di zucchero, trasformandoli in un composto chiaro e spumoso.
Montare gli albumi a neve fermissima.
Grattugiare la buccia del limone.
Unire lo zucchero rimasto con gli altri ingredienti e metà delle mandorle polverizzate, continuando a mescolare.
Riunire i due impasti, amalgamandoli per bene e stenderli in una tortiera abbondantemente imburrata e cuocere per un'ora in forno già caldo a 200 gradi.
Intanto occuparsi della crema.
Lavorare lo zucchero e il burro in una terrina fino a ridurli in una pasta gonfia. Unire i tuorli, diluire con il succo di limone, aggiungere lo zucchero vanigliato, le mandorle in polvere rimaste, un cucchiaio di rum, due cucchiai di olio di mandorle e infine il cioccolato fuso a bagnomaria.
Cotta la torta toglierla dal forno e lasciarla raffreddare. Sformarla solo quando sarà ormai fredda, quindi tagliarla a metà e farcirla con la crema preparata prima. Ricomporla, spalmarla in superficie e sui lati con la crema fimasta e decorarla con le mandorle intere.

Bel piattino, eh? Già!
Per ora vi lascio e mi dedico al mio povero stomaco, consolandolo con qualche Plasmon pucciato nel tè....
Che tristezza!!!

giovedì 27 gennaio 2011

Biscotti farciti

Per oggi pensavo di aver finito... nel senso che il post precedente a questo mi era sembrato "bello ricco" di significati e la ricetta allegata sicuramente all'altezza della situazione. Ma quando per la testa ti passa una voglia improvvisa, solo perchè magari qualcuno ha nominato una cosa che te ne ha fatta venire in mente un'altra, come si fa a frenarsi?
Così rieccomi qua, pronta a dedicarvi una vera libidine...per grandi e piccoli!


INGREDIENTI:

Per i biscotti:
  • 230 grammi di farina autolievitante
  • 20 grammi di farina tipo "00"
  • 1 uovo
  • 120 grammi di zucchero semolato
  • 140 grammi di burro
  • 20 grammi di cacao dolce

Per la farcitura:
  • 200 grammi di cioccolato fondente
  • 400 grammi di cioccolato bianco
  • 100 grammi di cacao amaro
  • 200 grammi di pasta alle nocciole
  • 30 grammi di burro di cacao
  • 200 grammi di olio di riso

Per decorare:
  • zucchero a velo vanigliato

Iniziare preparando la farcia.
Mettere tutti gli ingredienti in una terrina, tranne l'olio di riso. Porre poi la terrina a bagnomaria e continuare a mescolare fino a quando non si otterrà un composto liscio e omogeneo. Togliere dal fuoco, aggiungere l'olio di riso e lasciare raffreddare.
Ora passare ai biscotti.
Lavorare il burro ammorbidito con lo zucchero riducendoli a una crema liscia. Amalgamare quindi l'uovo sbattuto e le due farine setacciate insieme al cacao.
Fare una palla dell'impasto ottenuto, avvolgerla in un foglio di pellicola trasparente e riporla in frigorifero per almeno un'ora.
Dividere la palla in due parti, stenderle entrambe con un matterello ricavandone due sfoglie sottili. In una ritagliare dei dischetti dal diametro di 6 centimetri, nell'altra dischetti dal diametro di 7 centimetri.
Disporre i dischetti di diametro inferiore su di una placca da forno foderata di carta oleata. Porre al centro di ciascun dischetto un cucchiaio colmo della farcia ottenuta prima, a base di cioccolato e pasta alle nocciole. Coprire con i dischetti più grandi, sigillare i bordi con le dita o con i rebbi di una forchetta e infornare i biscotti a 180 gradi per quindici minuti.
Una volta cotti togliere dal forno, posare su di una griglia, lasciare raffreddare, spostare i biscotti farciti su di un piatto grande o sopra un cabaret e spolverare con lo zucchero a velo vanigliato.

Dopo di che.... velo devo dire io cosa fare? Non credo proprio!!!
MANGIARE!!! 

E voi che tipo di mamma siete?

Lo so, strana domanda per introdurre la prima ricetta di oggi...
Eppure si sa, noi donne siamo brave coi bambini tanto quanto in cucina e viceversa. Ce l'abbiamo inside come dice sempre una mia amica.
So che ci sono ragazze e donne che non pensano di essere all'altezza di divenire madri, che hanno giustamente paura perchè, ammettiamolo, un figlio non è certo da paragonare a un qualche tipo di ciambellone che in un'ora e mezza è bello e pronto e non ci si deve più pensare! Specie se poi si tratta del primo figlio e quindi non si sa bene come comportarsi e quello che bisogna fare per agire il più correttamente possibile...
Così come (purtroppo) sappiamo bene che non tutte le donne e le ragazze, una volta divenute mamme si sentono legate alla creatura appena messa al mondo... Fin troppi casi vengono sviscerati attraverso la televisione e i quotidiani su neonati uccisi di proposito o abbandonati per la strada o venduti per raccimolare soldi o scambiati per una banalissima dose di una qualsiasi droga. Donne (e non solo) che non se la sentono di essere madri, che si detestano per ciò che è accaduto e di conseguenza trasferiscono questo "odio" sul bambino a cui hanno appena dato la vita, senza che lui ne abbia alcuna colpa. Donne che, pur essendo felici del frugoletto che stringono fra le mani, nel giro di poche settimane cadono nella classica depressione post-partum e invece di venirne fuori (aiutate anche dal proprio compagno, dai famigliari, dagli amici e, perchè no, da uno psicologo) precipitane sempre di più dentro un vortice che la risucchia, prosciugandole e trasformandole in un'altra persona. Una persona capace, in un raptus di follia, di cacciare giù dal balcone il suo bimbo di pochi mesi, perchè non smette di piangere, rimanendo del tutto impassibile o comunque distaccata dal gesto appena compiuto, quasi fosse l'unica soluzione possibile in quel momento. E, in alcuni casi, negando persino l'accaduto, non ricordandosi di averlo fatto.
Storie assurde e drammatiche capaci, ahimé, di rammentare che la realtà supera (sempre) di gran lunga la fantasia. Che non ci dobbiamo più stupire di nulla. E che purtroppo queste cose accadono tutti i giorni, nonostante alla tele ci continuino a propinare (da anni) l'allegra famiglia felice del Mulino Bianco e altri esempi simili.
Ma non è di questo che volevo arrivare a parlarvi.
Rivolgendomi a chi di voi ha dei figli, a chi sta per averne, a chi li desidera e li sta cercando, a chi li vorrebbe ma non trova la materia prima coi cui farli, a chi ci sta pensando perchè ancora non è sicura, a chi magari ha paura però si commuove (anche solo internamente) quando vede un determinato film che parla di questo o anche solo quando incontra per strada una mamma che coccola suo figlio...
A tutte voi, amiche, io chiedo questo: CHE TIPO DI MAMMA SIETE (O CREDETE DI ESSERE?)
Ci avete mai riflettuto?
La mia curiosità sorge spontanea dopo aver letto un certo articolo sulla rivista "A" di questa settimana.
Io, che appartengo alla categoria di quelle che lo vorrebbero sì un bimbo, ma non hanno sotto mano l'uomo "giusto" con cui farlo (e, personalmente parlando, all'idea di dovermi tenere anche il padre, al di là del figlio, il desiderio mi scema di brutto... perchè madre sì, ma moglie no, grazie!), leggendo di questo argomento mi sono sentita ispirata... e anche piuttosto incuriosita!
So che siete amanti della cucina, dei dolci e del CIOCCOLATO in particolare (altrimenti perchè visitare e iscrivervi al mio blog? Brave, continuate così!), ma vorrei sapere anche che tipo di "chioccia" vi sentite, visto e considerato che molte di voi che mi scrivono o con cui chatto su facebook sono soprattutto mamme.
Intanto precisiamo che il tutto deriva dal libro: L'inno di battaglia della madre tigre di Amy Chua, che spiega in cosa comporta un'educazione rigida alla cinese. L'autrice, americana di origini cinesi, insegna a Yale e ritiene (sorridendo) che le mamme occidentali siano troppo permissive con i figli. In una parola: RAMMOLLITE.
Partiamo, quindi, dall'analizzare le varie catergorie...
Poi sarete voi a trarre le giuste conclusioni per voi stesse.

LA MADRE TIGRE (riporto dall'articolo):
Ossia l'autrice del libro (...) quando la sua bambina di 7 anni non riesce a suonare il pianoforte le fa saltare i pasti, sequestra la casa delle bambole (...). Per le figlie la Madre Tigre sogna un futuro alla Condoleezza Rice. Loro, cui è vietato persino giocare a Shanghai, probabilmente escono di nascosto la notte, fumano nei bagni della scuola e copiano i compiti dalla vicina di banco. (...)

LA MADRE CANGURO (riporto dall'articolo):
Non potendo trascinarsi a zonzo i figli nella pancia (...) la Madre Canguro li allatta fino ai due anni: in tram, al ristorante (...). Con altre talebane del capezzolo si scambia consigli sul web e inorridisce alle news (...) che avvertono: i bebè che non provano cibi solidi entro i 6 mesi rischiano più allergie. Ma la Madre Canguro, rigorosissima, è spesso circondata da suocere o zie molto meno teutoniche, che offrono al bebè cucchiaiate di gelato al caffè, ovetti di Pasqua e marshmallows rosa confetto. (...) la Madre Canguro rinuncia volentieri al lavoro, non manda i figli alla scuola materna perchè teme le maestre come la peste. Non li manda in piscina, serbatoio di germi. Non è che sia fobica. E' accorta. (...)

LA MADRE RAGNO (riporto dall'articolo):
Informata e costantemente connessa. Lei sa tutto e vede tutto. (...) la Madre Ragno tesse la sua tela su Internet, dispensa consigli dal blog (...) L'apoteosi è raggiunta quando un femminile le offre la Rubrica Fissa. Qui racconta la sua interessantissima vita fra pannolini, iscrizioni scolastiche, vacanze esotiche per famiglie, promozioni sul campo (la Madre Ragno è fortunatamente in carriera e aggiorna il suo blog dal desk di lavoro). Sempre concentrata sui post, sui poke e sulla sua vasta community, la mamma aracnide non sente la bambina che piange, corregge i compiti dei figli via mail e quando il ragazzo ha un problema lo spedisce su Wikipedia (...) Sotto le lenzuola, preferibilmente twitta.

LA MADRE LABRADOR (riporto dall'articolo):
Solidale, generosa, pronta a dare una mano. E' la madre di tutte le battaglie, la professionista dei casi umani: bambini denutriti, mutilati, abbandonati. Dissipa il patrimonio famigliare finanziando ong in tutto il mondo. Adotta decine di piccoli a distanza (...) finanzia vaccinazioni. Per la Madre Labrador, anche i figli nascono naturalmente innocenti, alla Rousseau. E da buoni selvaggi devono sperimentare da soli le conseguenze dei propri errori (...). rafforzando a tal punto l'autostima dei figli, nel corso della storia le Madri Labrador più fortunate hanno generato capi di Stato e grandi leader di partito.

LA MADRE APE REGINA (riporto dall'articolo):
Si riproduce generosamente per assicurare la sopravvivenza della specie. (...) l'importante è organizzarsi. Naturalmente slow food, la Madre Aper Regina è ambientalista perchè si sente minacciata dall'inquinamento e, a differenza della sua omologa animale, è pure molto Operaia. (...) usa pannolini ecologici da lavare ogni volta (...) fa pagnotte in casa col lievito madre, organizza gruppi di acquisto bio-solidale, fabbrica il sapone a domicilio. Iscrive i bambini alla scuola steineriana a dieci chilometri di distanza, se il bilancio lo permette, perchè desidera che crescano uomini liberi. Rifugge dagli antibiotici, ha una fede incrollabile per l'omeopatia. Prima o poi i suoi figli si ingozzeranno furtivamente di merendine e ciclosporine, si faranno il piercing alla lingua, tatueranno l'inguine e organizzeranno feste alcoliche tra minorenni. Ma questo accade a tutte le Madri, meglio saperlo in anticipo.

Capito l'antifona?
Bene, brave.
Ora, io non so voi che tipologia di madri siate o vogliate diventare... sta di fatto che il seguente dolce è dedicato alla forza con cui affrontate ogni nuovo giorno e all'amore con cui accudite la vostra prole, stringato o eccessivo che sia!


Ingredienti:

Per la torta:
  • 400 grammi di farina tipo "00"
  • 25 grammi di lievito di birra
  • latte fresco
  • 75 grammi di burro
  • 3 tuorli
  • 100 grammi di zucchero bianco
  • 1 limone
  • rum
  • sale

Per la copertura:
  • 2 cucchiai di caffé forte
  • 100 grammi di zucchero a velo
  • 50 grammi di cioccolato bianco

Sbriciolare il quadratino di lievito di birra e scioglierlo in due cucchiai di latte caldo. Aggiungere quattro cucchiai di farina, mescolare bene e lasciare lievitare in un luogo tiepido per almeno un'ora e mezza (possibilmente coprendo la ciotola con un panno).
In una casseruola sciogliere il burro (evitando di farlo sfrigolare) e incorporare i tuorli, uno alla volta. Unire ora lo zucchero rimasto e la buccia grattugiata del limone. Amalgamare bene, dopo di che incorporare la pastella lievitata messa precedentemente da parte, aggiungendo un pizzico di sale e un cucchiaio di rum. Lavorare il tutto senza sosta fino a ottenere un impasto dalla consistenza elastica.
Imburrare e infarinare uno stampo per Kugelhupf (dolce tipico della tradizione Mitteleuropea. Il nome deriva forse dalla sua forma particolare che ricorda i cappucci dei frati) o (per quelle di voi che ne sono sprovviste) un normalissimo stampo a cupola e versare al suo interno il composto, fino a mezza altezza. Lasciare quindi lievitare ancora il tempo necessario all'impasto per raggiungere l'orlo del recipiente (accadrà più velocemente se l'avrete lavorate bene).
Una volta lievitato infornarlo in forno già caldo a 180 gradi e cuocere per un'ora, dopo la quale togliere il dolce dal forno, sformare dallo stampo e lasciare raffreddare su di un piatto da portata.
Preparare intanto la glassa stemperando lo zucchero a velo nel caffè, versandola poi sul dolce e cospargendola con il cioccolato bianco ridotto in granella.
C'è anche chi scioglie il cioccolato a bagnomaria unendo poi lo zucchero e il caffè, cospargendo il kugelhupf con la crema ottenuta.
A voi la scelta.

E a voi, belle mamme, il mio più sentito affetto!
Forza e coraggio, che solo chi ci passa e lo fa amando può comprendere....

mercoledì 26 gennaio 2011

Ma chi è stato il primo (o prima) a tirare fuori il nome: pirottini?

No, perchè io certe domande me le faccio, di tanto in tanto...anche a costo di sembrare pazza!
Cioè, io devo ancora fare i conti oggi, alla mia veneranda età (quasi trenta!!!) con il mio nome (Tecla) che nessuno capisce mai alla prima (nel senso che devo ripeterlo almeno due volte!), mentre ci sono nomi e termini come appunto "pirottini" a cui nessuno fa caso perchè così si chiamano da sempre, punto.
Il mio nome sembra qualcosa di ostrogoto, che spinge il prossimo a fissarmi con sguardo indagatore per capire come mai i miei tratti somatici siano così tanto "europei", dando per scontato che io sia per forza straniera o figlia di immigrati (per ora vincono i greci, dato che Tecla deriva effettivamente dal greco) e invece per utensili come i pirottini, la grattugia eccetera non ci sono mai domande e sguardi corrucciati. Perchè è così da sempre, ce l'hanno insegnato da piccoli, lo sanno tutti, sono divenuti termini "comuni", mentre i nomi propri di persona hanno ancora quel qualcosa che li rende unici e spesso sconosciuti e sorprendenti. 

Ci avete fatto caso anche voi o sto semplicemente delirando??
La seconda, eh?
Grazie. Me lo ricorderò!


INGREDIENTI:
  • 200 grammi di cioccolato al latte
  • 1 cucchiaio di olio di semi di sesamo
  • 60 grammi di nocciole pelate
  • 80 grammi di uvetta
  • 1/2 bicchiere di Marsala dolce
  • cacao amaro

Ammollare l'uvetta nel Marsala e farla gonfiare per bene.
Sciogliere 2/3 del cioccolato a bagnomaria e prima che si fonda del tutto, togliere dal fuoco e unire il cioccolato rimanente (tritato) e l'olio di semi di sesamo.
Tostare le nocciole in forno, quindi tirarle fuori, raffreddarle un attimo e tritarle.
Scolare ora l'uvetta, tamponarla in uno scottex e passarla nel cacao in polvere.
Prendere dei comuni pirottini in carta oleata (ci sono anche di alluminio se preferite) e versare dentro di essi il cioccolato fino a metà della loro altezza. Porre dentro a ciascun pirottino un acino d'uvetta e coprire con dell'altro cioccolato. Cospargere la superficie con la granella di nocciole e mettere in frigo.
Tirare fuori solo al momento di servire.


Ahimè, il mio libricino delle meraviglie sta quasi per terminare...

Diplomatiche mini o mini diplomatiche?

A volte, l'amore assomiglia a un uovo di Pasqua: una sorpresa rivestita di rassicurante cioccolato!
                                                                                                  Anonimo


Oggi mi sono svegliata felice (a parte il freddo e il sonno) e la felicità è andata aumentando durante la mattinata...
Il primo strato di contentezza è derivato da un sogno fatto stannotte, con protagonista un ragazzo sconosciuto, ma molto, moooolto interessante... e insieme a lui ne combinavo di tutti i colori, sentendomi realmente benissimo!
Il secondo strato è arrivato come una vampata di rossore quando ho letto un messaggino su Facebook mandatomi da una persona "speciele"...iiiiihihihihi!
E infine, il terzo strato me l'ha regalato mio cugino Stefano, dandomi la fresca notizia che lui e sua moglie Silvia sono in attesa del primo bambino!
Che meraviglia! Specie poi se magari lo stavano cercando...

Comunque non c'è che dire, mattinata intensa di emozioni!

E, a proposito di "strati", mi appresto a rendere felici anche voi tutte, mie care donne (sempre nei limiti del possibile, certo)!


Ingredienti:

Per le diplomatiche:
  • 1/2 kilo di pan di Spagna
  • 220 grammi di cioccolato al latte
  • 180 grammi di cioccolato fondente
  • 300 millilitri di panna fresca
  • 4 uova
  • 240 grammi di zucchero semolato
  • 4 fogli di gelatina
  • 100 millilitri di rum

Per la decorazione:
  • zucchero a velo
  • cioccolato al latte

In due scodelle separate fondere i due cioccolati a bagnomaria.
Montare due uova intere più due tuorli con lo zucchero, fino a ottenere il classico composto chiaro e spumoso.
Fare ammorbidire in acqua fredda i fogli di gelatina per dieci minuti, poi toglierli dall'acqua, strizzarli, dividerli in parti uguali e aggiungere ai due cioccolati (sempre tenuti separati fra di loro).
Montare bene la panna, dividerla in due parti e unirle ai due CIOCCOLATI.
Fare lo stesso con le uova sbattute con lo zucchero, dividendo il composto in due e versare ogni parte nelle due scodelle, ottenendo così due creme distinte.
Tagliare il pan di Spagna ricavando delle strisce lunghe e rettangolari e bagnarle con il rum (al quale avrete aggiunto due o tre cucchiai d'acqua).
Spalmare su un primo strato una delle due creme di cioccolato, ricoprire con il pan di Spagna, quindi stendere l'altra crema e terminare con altro pan di Spagna.
Fare riposare e rapprendere in frigorifero per almeno tre ore e servire il dolce tagliato a bocconcini quadrati (ossia mini-diplomatiche), ricordandosi di decorare con una pioggia di zucchero a velo e il cioccolato al latte grattugiato.

Carine, vero?
Soprattutto buone!

martedì 25 gennaio 2011

Cioccolatini in casa...

L'auto-disciplina implica per me alcune cose poco gradevoli, per esempio stare alla larga dalla cioccolata e tenere le mani lontane dalle gonne delle donne.
                                                                                                Oleg Kiselev


Per riprendermi dall'inizio giornata dovrei avere a disposizione un cesto di qualcosa...
Qualcosa qualunque? Ovviamente no.
Un cesto (sì, cesto, non scatola) di cioccolatini non sarebbe male...
Da far fuori uno alla volta mentre scrivo e ascolto musica, mi seguite? Mi capite? Lo fate anche voi? Brave!
Peccato che io non possa ancora mangiarne... ma si sa, sognare non è mai un reato, anzi!
Se potessi scegliere mi sfonderei di After Eight, ma sarebbero comunque difficili da preparare, mentre quelli che vi propongo ora sono piuttosto "abbordabili"...


Ingredienti:
  • 150 grammi di cioccolato bianco
  • 150 grammi di cioccolato al latte
  • 50 grammi di nocciole

Scottare le nocciole in dell'acqua bollente, poi scolarle, pelarle e tostarle in forno per cinque minuti.
Sciogliere separatamente i due tipi di cioccolato, entrambi a bagnomaria.
Tagliare un foglio di carta da forno e arrotolarlo formando un cono. Riempire questa "mirabile" opera plastica (ahahaha) con il cioccolato bianco fuso, tagliandola all'estremità in modo da ottenere un forellino.
Prendere quindi uno stampo per cioccolatini (dai che ne avete! Altrimenti andate a comprarlo!) e riempirlo con poco cioccolato bianco (nel senso di non riempire tutto lo spazio degli stampini), facendolo poi raffreddare in frigo per almeno 10 minuti.
Fare un altro cono con la carta, versarci il cioccolato al latte fuso e versare il medesimo in modo da finire di riempire ogni stampino, inserendo poi in ogni futuro cioccolatino una nocciola tostata.
Pareggiare la superficie degli stampini (se per caso non la vedete omogenea o se vedete che qualche nocciola spunta) e mettere il tutto in frigorifero a rassodare per altri 15 minuti.
Una volta solidi, sformare e servire i cioccolatini... se non volete tenerveli per voi, chiaro!
Vi conosco!!!

Piccole cialde al cacao piene di spuma al cioccolato bianco

...I ricercatori hanno scoperto che il CIOCCOLATO produce alcune reazioni che procura anche la MARIJUANA.
I ricercatori hanno scoperto altre analogie fra i due elementi... ma non se le ricordano...
                                                                           Matt Lauer (giornalista)


Giornatina iniziata mica da ridere...!
Un freddo porco in casa, perchè la caldaia ha pensato bene di entrare in sciopero per qualche ora. No, dico, già è traumatico quando ci alziamo al mattino, ancora cariche di sonno (specie se come me si sta svegli a scrivere o a leggere fino a tardi...ma tardi-tardi!) e dobbiamo scoprirci uscendo fuori dal "nido" che abbiamo formato con il piumone... in più ti accosti per un attimo ai termosifoni, convinta di smorzare la crisi epilettica che ti sta facendo battere i denti e cosa trovi?? TUTTO GHIACCIATO!
Ti tocca ballare la tarantella (ossia saltellare!) fino in bagno, sperando che gli arti ti si riscaldino al più presto. Ma è finita qui? NO! Perchè senza caldaia, in questa vecchia (e fantastica!) casa della nonna non c'è acqua calda! Quindi sai che DEVI per forza rinunciare a farti la doccia (sebbene tu l'abbia fatta prima di coricarti ieri sera) o rischi davvero di congelare, oltre al fatto che i capelli ti si potrebbero ghiacciare e quindi cadere! Perciò? Decidi di lavarti a pezzi, maledicendo qualsiasi cosa e iniziando a perdere la sensibilità di piedi... mani... e... beh, se avessi le palle ti cadrebbero a terra anche quelle! Fortuna che le tette rimangono ben salde al loro posto... anzi, dicono che l'acqua fredda (che è un eufemismo!) faccia bene in generale e a partire dalla pelle, e che renda TUTTO più liscio e sodo...
Per carità, è vero, MA PERCHè INIZIARE A SOFFRIRE DAL MATTINO PRESTO???!
Comunque... sopravvissuta al risveglio scendo al piano di sotto a fare colazione vestita peggio di una talebana! Nel senso che per sfuggire al gelo mi sono avvolta in sciarpe, sciarpine e scialli (avendo già addosso circa tre maglioni), lasciando scoperte solo le dita dove il sangue ha ripreso a circolare correttamente solo dopo averle incollate alla tazza bollente del tè.
E per fortuna che sono malata, che devo stare al caldo e che devo riguardarmi!!!
Finito di mangiucchiare mi decido a mettere il naso fuori casa, abbandonando i miei strati in più di vestiario per riuscire a entrare nella giacca. L'impatto con l'aria è tremendo e per quanto io sappia (visto che i telegiornali te lo ripetono - e quasi rinfacciano! - ogni tre per due) che in zone come Belluno la temperatura è scesa sotto i -30 e -40 (il mio cadavere starebbe già scivolando lungo la riva congelata di qualche fiume...) il pensiero più naturale e sincero è il seguente...: NON ME NE FREGA UN CAZZO! FA FREDDO, PUNTO!
La strada verso le Poste è breve, ma c'è tempo perchè la circolazione si ripristini, infiammandomi la faccia e le orecchie (me lo sapete dire voi perchè nel gelo assiderale le orecchie diventano rosse e bruciano?? Mah!), mentre l'aria pungente (ancora più glaciale per via del cielo sereno e del sole, cioè, paradossale!) mi fa lascimare gli occhi sciogliendomi così un po' di mascara.
Arrivo, infine, a destinazione. Entro e tutti si girano a fissarmi e mi vedo con i loro occhi: una sorta di Omino Michelin (per via del piumino) con tanto di guance rosse alla Heidi e occhi neri a panda.
Qualcuno ridacchia pure e riesce a sentirsi simpatico dicendomi: - Freddo, eh? -
MA VA'?! NON L'AVREI MAI NOTATO SE NON ME LO DICEVI TU!
Mi faccio strada fra la gente, iniziando già a sudare (quindi a pezzare la maglia sotto) perchè in 'sti posti e negli uffici in generale il riscaldamento è sempre a palla! Arrivo allo sportello libero, dove si pesano i pacchi (visto che ero lì per spedirne due a Roma, a me stessa - ahahahah!) e la tipa me li prende dalle mani, li pesa, mi guarda e scuote la testa, iniziando a dirmi che ho sbagliato, che sono stata "fessa", che potevo fare un pacco unico invece di due "piccoli", spendendo così una sola somma invece che la stessa moltiplicata per due...
Ora, io mi domando e dico... tolto che non sono fattacci tuoi quello che spedisco e come cacchio lo voglio spedire... MA DEVI PROPRIO ROMPERMI LE PALLE?! Non puoi fare il tuo lavoro e basta? No! Devi farmi sentire una stupida cacca, che sta sudando, accaldata, dentro il suo ridicolo piumino!!! Ma è colpa mia se in casa avevo solo quelle scatole lì e non una grande??! Cosa dovevo fare, andarmi a girare tutti i parcheggi dei supermercati, spulciando vicino ai cassonetti dove di solito lasciano gli scatoloni, riempiendo dentro e fuori il bidone che raccoglie la carta???!
Insomma, ho mollato lì quello che dovevo spedire, ho sfoderato un sorriso di plastica che dietro nascondeva un VAFFANCULO grande come una casa e me ne sono andata!

Miiii, che mattinata!


Ingredienti:

Per le cialde:
  • 1 albume
  • 60 grammi di burro
  • 60 grammi di zucchero a velo
  • 50 grammi di farina bianca tipo "00"
  • 10 grammi di cacao amaro

Per la spuma:
  • 150 millilitri di latte intero fresco
  • 40 grammi di cioccolato bianco
  • 250 millilitri di panna fresca
  • 1 cucchiaio di zucchero a velo

Per decorare:
  • 25 grammi di cioccolato fondente


Montare a neve l'albume con lo zucchero a velo, quindi unire il burro fuso (non caldo), la farina e il cacao setacciati.
Lasciare il composto ottenuto in frigorifero affinchè si rapprenda.
Scaldare intanto il latte e scioglerci dentro il CIOCCOLATO. Fare intiepidire, zuccherare e versare in un sifone. Unire la panna e caricare con il gas, lasciandolo poi al fresco.
Con il dorso di un cucchiaio formare (con il composto messo in frigo precedentemente) dei dischi posandoli su di una placca da forno foderata di carta oleata. Cuocerli per 4 minuti a 200 gradi.
Togliere dalla placca le cialdine ottenute e farle raffreddare subito su dei piccoli stampini rovesciati o sul collo di una bottiglia.
Appena queste cialde saranno croccanti (cioè solide nella loro forma) riempirle con la spuma soffiata dal sifone e servirle decorate con il cioccolato fondente grattugiato sopra.

Ovviamente se non possedete un sifone potete rinunciare ad ottenere una vera e propria spuma, accontentandovi della "solita" crema usata tramite una tasca da pasticcere con la punta dentellata.
Si fa quel che si può, no?

lunedì 24 gennaio 2011

Salame con albicocche

E qui concludo con il terzo "rotolone"...eheheheh! Vi vedo che ridete sotto i baffi!
Io proporrei un vero e proprio raduno con amiche o amici (o tutti insieme!) per fare assaggiare una fetta di tutti e tre questi "salamotti", facendo la felicità di molti (ve lo prometto!).
Può essere anche un modo efficace per agganciare (finalmente!) bottone con il vicino di casa figo, andando a suonare alla sua porta con questo dolce "assaggio"...
Oppure potete confezionare un piatto e portarlo al maestro cool di vostro/a figlio/a, iniziando così a circuirlo lentamente... e una volta sposati potrà dire che l'avete preso per la "gola"...
Insomma, io le basi e gli strumenti ve li fornisco, ogni giorno, poi ovvio che tocca a voi aguzzare l'ingegno e la fantasia... Eh! Sbaglio?


Ingredienti:
  • 200 grammi di biscotti al burro (quelli che preferite o che vi avanzano in dispensa, basta che siano semplici)
  • 100 grammi di cacao
  • 150 grammi di burro
  • 6 albicocche secche
  • 150 grammi di zucchero bianco
  • 2 uova
  • 2 bicchieri di rum

Versare il liquore in una ciotola e metterci in ammollo le albicocche. Lasciarle lì per almeno un'ora o fino a quando le vedrete belle gonfie e morbide.
In una terrina lavorare il burro ammorbidito fino a ridurlo in una crema.
Unire al burro lo zucchero, i biscotti ridotti in briciole e le albicocche scolate e tagliate in pezzettini piccolini.
Aggiungere il CACAO e le uova, uno alla volta.
Quando l'impasto sarò ben amalgamato e omogeneo, versarlo su di un foglio di alluminio e dargli la forma di un salame. Quindi avvolgerlo nella carta stagnola e deporlo in frigorifero per almeno quattro-cinque ore.
Una volta passato il tempo tirarlo fuori, tagliarlo a fette e servire.

Ok ragazze?
Soddisfatte?
Molto bene!
A domani, fanciulle!

Salame, salame e ancora salame!

Ebbene sì, lo ammetto e ve tocca (anche se non vi và): oggi ce l'ho con i rotoli e coi salami, perciò praparatevi!
Naaaa... non è mancanza di "qualcosa", brutte, stregacce, maliziose!!!
Oddio, se magari mi capitasse di incontrare un medico che, oltre ad essere bravo, sia anche bello, perchè buttarlo via? Per ora non è ancora capitato (e sì che ne ho visti da Natale a oggi!).
Pazienza. Mi devo accontentare di quelli di CIOCCOLATO!
E ben vengano!


INGREDIENTI:
  • 150 grammi di burro
  • 120 grammi di cacao amaro
  • 250 grammi di zucchero
  • 100 grammi di amaretti
  • 1 bicchierino di amaretto di saronno
  • 2 uova

Lavorare il burro ammorbidito con una spatola fino a ridurlo a una crema.
Unire lo zucchero a cucchiaiate, mescolando dopo ogni cucchiaiata.
A questo punto aggiungere un uovo più un tuorlo, amalgamando con cura.
Incorporare il cacao setacciato e gli amaretti ridotti in poltiglia, bagnati precedentemente con il liquore all'amaretto.
Ora incorporare l'albume tenuto da parte e montato a neve ben ferma.
Dare al composto la forma di un salame e avvolgerlo in un foglio di alluminio.
Mettere il salame in frigo per almeno quattro ore, dopo le quali tirarlo fuori, tagliarlo a fette e servirlo.

Da aggiungere al rotolo precedente, dandovi alla pazza gioia!!!