domenica 27 febbraio 2011

Meringhe al cioccolato

Buona domaenica a voi tutte, belle bimbe. E in particolare al popolo femminile della BIELORUSSIA, per essersi aggiunto alla nostra sempre più vasta Famiglia!
Quanto mi rendete orgogliosa non si può dire!!!

Oggi, nonostante abbia già fatto un bordello di cose ho un sonno che non ci vedo. Colpa dell'ora in cui sono andata a dormire? Può darsi, visto che erano le sette del mattino! E mia mamma ha pensato bene di darmi la sveglia, telefonandomi, alle due del pomeriggio, quando ahimè ero ancora in fase "rem"... Però sono riuscita a tirarmi giù dal letto lo stesso, a fare colazione (al posto del pranzo) a salutare Manu che se n'è andato per due giorni su a casa dai suoi e a fermarmi in cucina a chiacchierare con Mara e Samu del sabato sera passato assieme a loro nel locale dove lavorano, Radio Cafè, e dove ieri come ospite c'era Asia Argento a fare la DJ.
Ebbene sì.
Non si è rivelata la donna strong e rock che tutti un po' ci aspettavamo, anzi, a tratti è apparsa come una dolce ragazzina, un po' timida e insicura, un po' pacata, tranquilla, "normale" come uno non se la immagina. Vestita benissimo, con i capelli portati in un semplice caschetto, fumando e bevendo caipiroska alla fragola ha passato la serata dietro la consolle, mixando i pezzi che lei e altri due dell'organizzazione mettevano (tutta musica anni Settanta) e poi a un certo punto, molto prima che il locale chiudesse, è sparita in sordina...

Chiusa parentesi ed è subito sera, come diciamo noi del Castello Errante (ormai è divenuto il nostro motto). Sono le otto e mezza, fuori piove, fa freddo, è tornato l'inverno, mi si chiudono gli occhi, devo ancora decidere cosa farmi per cena e scrivere un ultimo articolo per il mio nuovo lavoro....
Dove posso trovare le forze?
Forse in una di queste meringhe, se qualcuno le facesse spuntare per magia, offrendomene almeno metà...!


INGREDIENTI:
  • 100 grammi di cioccolato fondente
  • 100 grammi di cioccolato al latte
  • 200 grammi di zucchero a velo
  • 125 grammi di mandorle
  • 3 albumi
  • sale

Sciogliere a bagnomaria i due tipi di cioccolato, ma non assieme, separati.
Incorporare al cioccolato fondente 150 grammi di zucchero a velo e la metà delle mandorle (che precedentemente avrete tritato). Aggiungere il restante zucchero e l'altra metà delle mandorle al cioccolato al latte.
Montare a neve fermissima i bianchi d'uovo con un pizzico di sale e unirla ai due preparari al cioccolato.
Scaldare il forno a 180 gradi e, con un cucchiaio, formare tante meringhe, posizionandole su di una teglia larga rivestita di carta da forno. Cuocerle per 15 minuti, dopo di che tirarle fuori e decidere se mangiarle calde o aspettare il giorno dopo, spolverizzandole con dello zucchero a velo.

Semplici, veloci, buone.

sabato 26 febbraio 2011

Dissetarsi con la cioccolata!

Wè, wè, wèèèè!
Buon sabato a tutte, signore mie! E in particolare alle donne del CANADA e dell'INDIA, che per ricerca o per caso (non lo so) si sono imbattute nel mio blog! Benvenute, nuove amiche, e non andate più via!!!

Ieri c'è stata la presentazione del mio ultimo libro, come avevo già annunciato in uno dei post precedenti. E devo dire che è andata molto bene...!
Adoro Cristian Floris, il moderatore della serata che ha presentato me e gli altri tre scrittori con la sua solita simpatia, spontaneità e gentilezza!
Pensavo fosse più difficile raccontare questa mia nuova "storia", essendo autobiografica, invece una volta presa la parola non ho avuto nessuna remora a dire quello che mi sentivo, in base anche alle domande che mi poneva lui.
E stato bello, sì... e ora vi riporto di seguito i due pezzi del libro letti in pubblico per l'occasione:

"Ci vuole coraggio per sentire il dolore" diceva Barbra Streisand ne Il principe delle maree (uno dei miei film preferiti).
E un'insana e assurda passione.
Sì, anche nella fogna più profonda occorre apprezzare ciò che si sta provando, semplicemente vivendo. la sola cosa vera e fondata a cui aggrapparsi per non cadere nell'abisso che ognuno di noi possiede e alimenta, inconsapevolmente.
Bisogna apprezzare quel che si ha, senza dimenticarlo (anche se ci sentiamo come se avessimo perso tutto). Senza accantonarlo per un sentimento ben più importante e coinvolgente. Poichè è vero che le stronzate ci fanno perennemente la corte e che, il più delle volte, ci caschiamo come stupide "marionette" senza spina dorsale.
Io in questo vortice non ci voglio passare, non mi voglio perdere. Non voglio dare ascolto alle Sirene, come facevano i marinai, un tempo, andandosi a schiantare contro le rocce. Fanculo il vittimismo, l'abbandono e il lasciarsi cogliere dalle grinfie dello sfacelo!
Però è anche vero che non so cos'altro fare nè dove andare a cercare la risposta alle mie domande. La cura al mio malessere...

Dovrei comunque scusarmi per non aver capito.
incluse tutte quelle volte che effettivamente non potevo comprendere e accettare, non essendo io un genitore.
I figli, lo sai bene, chiedono e basta. Vogliono. Pretendono. Esigono, senza nemmeno domandare. Sempre, da che mondo è mondo. Prosciugano, strappano, arraffano, abili ladri allo scoperto. Senza cattiveria alcuna, s'intende, senza crudeltà, ma per bisogno e per indole.
E i genitori lo sanno (o lo imparano vivendo).
Da quando ti mettono al mondo donano, elargiscono, si sacrificano, si prodigano, si inginocchiano a volte e lottano fino all'ultimo, prima di tutto per noi. Senza mi rinfacciare o aspettarsi qualcosa in cambio (parlo di quelli onesti, leali, adulti e maturi), senza mai sostare ai "box", anche solo di nascosto. Tutto per vocazione, per impulso alla vita, per spinta interiore. Perchè così è da quando posano per la prima volta gli occhi su di te.
Così, almeno, siete stati tu e mamma.
E' il girotondo del mondo, come dicevamo prima. Un ciclo che non si invertirà mai (salvo rare eccezioni). noi impareremo solo quando saremo madri e padri a nostra volta, rammaricandoci di non essere stati un poco più gentili, un poco meno prepotenti, molto più educati e cauti a sbattervi in faccia le nostre magagne, gli impeti e gli sbalzi dei nostri ormoni. Di non aver chiesto più volte scusa e di non aver detto più volte grazie.
Quindi...scusami.
E grazie.

Bene, non aggiungerei altro...
Se qualcuna è interessata potete trovare il libro già su Internet al sito http://www.ilfiloonline.it/, digitando il mio nome e cognome sul motore ricerca (Tecla Pasqualini) oppure il titolo del libro (A metà strada).

A sto giro, signore mie, pensavo di proporvi alcune bevande a base di cioccolato, così per cambiare un po', che ne dite?


BURRO, RUM E CIOCCOLATO:
In un boccale da birra mescolare un cucchiaino di zucchero di canna, uno di burro e uno di cacao dolce. Aggiungere una spruzzata di rum e riempire il boccale d'acqua bollente, girando in modo da sciogliere tutti gli ingredienti. Assaggiare e correggere con altro zucchero se occorre o se siete amanti del "molto dolce". Una volta pronto servire subito.


CALOR BIANCO:
In un altro boccale impastare un cucchiaino di cacao amaro con un poco d'acqua. Aggiungere poi un cucchiaio di cioccolato bianco tritato e unire del latte bollente, mescolando bene fino a ottenere una schiuma in superficie. Bere subito dopo.


MOKALATTE:
A 1/4 di tazzina di caffè unire un cucchiaio bello pieno di cacao dolce. Riscaldare 1/4  di tazza di latte fresco (senza però farlo bollire), aggiungerlo al composto precedente, mescolare e servire.


IL NON PLUS ULTRA DELLA CIOCCOLATA CALDA:
Spezzettare 50 grammi di cioccolato fondente e scioglierlo in un tegame sul fuoco con in aggiunta 2 cucchiai d'acqua. Unire poi gradualmente due tazze di latte intero caldo, sbattendo fino a ottenere un composto omogeneo e un po' spumoso. Senza arrivare a bollore spegnere il fuoco e dividerlo in dei boccali, ponendovi poi a galleggiare dei frollini o i biscotti che più vi piacciono.
Cin-cin!


CIOCCOLATA CALDA AROMATIZZATA:
Mettere 2 o 3 cucchini di cioccolato liquido (fondente, al latte, bianco, gianduia, come vi pare) in fondo a un boccale. Aggiungere un pizzico di cannella, di noce moscata e di zenzero, mescolando poi con cura assieme a poca acqua bollente. Unire quindi una tazza di latte fresco caldo e mescolare ancora. Concludere con della panna montata sopra e del cioccolato grattugiato.


MOKA ALLA CREMA:
Mescolare del caffè con un cucchiaino di cacao amaro. Aggiungere della crema da cucina (o fatta da voi o acquistata) quanto basta secondo il vostro gusto, poi mescolare e degustare.


CACAO CLASSICO PER DUE:
Mescolare un cucchiaio di cacao dolce e uno di zucchero in un tegame e sbattere assieme a 1/4 di tazza d'acqua. Portare a bollore, abbassare il fuoco e aggiungere due tazze di latte intero, sbattendo continuamente fino a farlo schiumare, servendolo poi subito.
Potete correggerlo con del liquore se vi sconquiffera!


E se non vi basta potete anche accompagnare ogni bevanda con una fetta di uno dei tanti dolci imparati finora....!!!

giovedì 24 febbraio 2011

Torta frangipane alle mandorle

Un caloroso benvenuto al pubblico femminile del LUSSEMBURGO!!!
Care, ben arrivate e, mi raccomando, ora che mi avete trovata tornate!
Io, in cambio, dedico questo dolce a voi, perchè riscaldi e addolgisca serate gelide (nel senso che tira un vento della madonna!) come questa...
Se poi come me avete la finestra della camera con una ventina di spifferi che vi ghiacciano il naso quando state dormendo, beh, ve la meritate proprio!


INGREDIENTI:
  • 1 disco di pasta frolla (ovvio che vi consiglio di farlo da voi, invece di comprare la pasta già fatta, ma voglio essere precisa e seguire la ricetta, perciò spero che almeno andiate a prenderlo da un pasticcere di fiducia e non al supermercato!)
  • 125 grammi di burro
  • 115 grammi di zucchero semolato
  • 2 uova grandi
  • 100 grammi di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaio di rum scuro
  • 125 grammi di mandorle macinate
  • 45 grammi di mandorle a lamelle
  • zucchero a velo

Lavorare il burro ammorbidito con la frusta elettrica fino a renderlo una crema chiara. Ora aggiungere lo zucchero e continuare a frullare.
Unire prima un uovo e poi l'altro, frullando bene fra un'aggiunta e l'altra. Tritare finemente il CIOCCOLATO e versarlo nel composto e dopo aver mescolato bene aggiungere il rum e le mandorle macinate.
A questo punto prendere la pasta frolla e stenderla bene in un disco di 4-5 millimetri di spessore e posizionarlo in uno stampo imburrato e infarinato dal diametro di 22 centimetri (vi avanzerà un po' di pasta, tranquille). Mettere lo stampo in frigorifero per almeno mezz'ora, dopo di che rifilare i bordi e versarci dento il composto preparato prima (ossia il frangipane), cospargendolo poi con le mandorle tagliate a lamelle. Cuocere in forno già caldo a 170 gradi per 45 minuti (la torta dovrà risultare dorata).
Una volta pronta lasciare raffreddare la torta nello stampo per un quarto d'ora, poi sformarla e farla freddare definitivamente su di una griglia.
Cospargere di zucchero a velo e servire.
In alternativa alle mandorle si possono usare nocciole, noci o noccioline, sempre macinate.

Buona serata, golosone!

Brioches al cioccolato

Amiche mie, compagne di sventura!
Come ve la state passando in questa giornata di sole e di vento freddo?
Io benissimo! Come ha notato il mio fratellino Manuel sono tornata del mio solito uomore, allegro e brillante (ah!). Beh, devo dire che i giorni passati, a parte pensieri e fastidi miei personali, l'influenza mi aveva dato una bella botta che sono riuscita a smaltire solo ora, roba che manco la più tremenda delle ciucche!
Ieri sera, tra l'altro, abbiamo dato una festicciola qui a casa, divertendoci tutti molto. Peppe, l'ideatore della serata, è stato ha trascorso due giorni appiccicato ai fornelli, sfoderando pasta fredda con peperoni, melanzane, provola e funghi chiodini, polpettine fritte, carciofi in umido e frittate di pasta. Manu poi ha dato il suo contributo preparando alla velocità della luce tre o quattro pizze (una più buona dell'altra a detta di tutti). Io, non potendo nè bere e nè mangiare nulla di tutto questo (a cominciare dagli aperitivi elargiti da Mara) mi sono limitata a dare una pulita e a rendere accogliente il salotto, dove poi si è radunata la gente servendosi dal buffet che abbiamo allestito sul tavolo.
Tutti si sono trovati benissimo e hanno mangiato di gusto, deliziandosi alla fine con la torta di cioccolato, con glassa al formaggio, cioccolato bianco e carote, preparata da Maria, la coinquilina di Cecilia, che ancora ringraziamo visto che le fette avanzate sono state consumate piacevolmente questa mattina a colazione. E si è bevuto vino bianco e vino rosso, parlando di tutto e di più, divisi in tanti gruppetti sparsi che a rotazione si mischiavano, e si è fumato e si è ricominciato a mangiare, chi i carciofi a colpi di forchetta, chi semplicemente pane e formaggio, chi si è attaccato ai fondi delle bottiglie perchè assetato... insomma un successone!
E come sempre ci siamo fatti del gran ridere. Io, Giacomino e Luce a discutere sui nostri cartoni animati preferiti che guardavamo da piccoli (e anche adesso!), interrogandoci su quale personaggio maschile o femminile ci volevamo portare a letto nel periodo adolescenziale (discorsi malati, lo so, ma che ci volete fare, il vino veritas!). Per quanto mi riguarda la mia lista non è cambiata negli anni:
- Mark Lenders di Holly e Benji
- Abel, il fratello maggiore di Georgie
- Terence di Candy Candy
- Fenix dei Cavalieri dello Zodiaco
- Andrè di Lady Oscar
- Banjo di Daitarn 3
Ve li ricordate? Non ditemi di no e non fare le "smorfiose" perchè tanto non ci credo!


Ingredienti:
  • 500 grammi di farina bianca
  • 1 cucchiaino di sale
  • 100 grammi di burro
  • 50 grammi di zucchero semolato
  • 250 millilitri di latte intero
  • 15 grammi di lievito di birra fresco oppure 1 bustina di quello chimico
  • 2 uova, possibilmente grandi
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 50 grammi di pinoli (facoltativi, nel senso che se non li gradite potete non metterli)

Innanzitutto occorrono 12 stampi per mini brioches del diametro di 8 centimetri, ma vanno anche bene gli stampi grandi da 16-18 centimetri e verranno fuori due brioches "giganti".
Imburrarli per bene e lasciarli da una parte.
Mettere la farina con il sale mescolati in una terrina. Aggiungere il burro ammorbidito e ridotto in pezzi e lavorarlo insieme a sale e farina fin quando non vi sembrerà di avere a che fare con tante briciole grosse. Unire quindi lo zucchero e mescolare nuovamente finendo col fare un buco in mezzo al composto ottenuto.
Sbriciolare il lievito fresco in una ciotola, aggiungerci il latte tiepido e mescolare affinchè il lievito si sciolga. Unire poi un uovo e la vanillina, mescolando ancora.
Versare quest'ultimo composto in quello precedente a basa di farina e lavorare il tutto fino ad avere un impasto soffice e leggermente colloso. Continuare a impastre fino a quando la pasta non risulterà elastica e lucida. Se per caso resta ancora attaccata alle pareti della terrina aggiungere un poco di farina. Quindi spostare la palla di pasta in una terrina pulita, coprirla con una pellicola trasparente o con un canovaccio umido e lasciarla lievitare in un luogo caldo per almeno un'ora e mezza. Il volume deve raddoppiare.
Passato il tempo lavorare la pasta con le nocche delle mani, poi trasferirla su un piano di lavoro e stenderla fino a ottenere un grande rettangolo.
Tritare il cioccolato e spargerlo sopra la sfoglia di pasta, insieme ai pinoli, quindi impastare di nuovo e stenderla e se occorre ripetere queste due operazioni fino a quando il cioccolato e i pinoli non saranno bene amalgamati e distribuiti piuttosto equamente.
Tagliere la pasta in 12 porzioni per fare delle brioches singole o in due porzioni se usate gli stampi grandi. Modellare quindi 12 palline e metterne una dentro ciascuno stampo. Se invece avete optato per due brioches grandi tagliate 1/4 della pasta da ciascuna delle due parti e tenetela in un angolo. Lasciate riposare l'impasto poi formate due palle con la parte più grande e mettetene una in ciascuno stampo. La pasta messa da parte usatela per formare due palline grandi come un uovo e posizionatele sopra ciascuna brioches, in un buco che avrete creato nel mezzo.
Mettere gli stampini in dei sacchetti di plastica e lasciare lievitare ancora per un'ora, sempre in luogo caldo.
Scoprire poi gli stampini, spennellare la pasta con l'uovo che è rimasto sbattuto e, dopo aver riscaldato il forno a 200 gradi cuocere le brioches fino a quando non risulteranno gonfie e dorate (ossia per 15 minuti le brioches piccole e 35 minuti quelle grandi).
Togliere gli stampini dal forno e lasciarli raffreddare un poco. Servire le brioches calde. E se proprio non vi basta il dolce del cioccolato al loro interno potete farci colare sopra del miele.

Altro che cornetti del bar!!!

martedì 22 febbraio 2011

Waffle al cioccolato

Salutiamo a braccia a perte la GRECIA e la POLONIA che si sono unite a noi questa settimana!
Voi non sapete quanto mi "illuminate d'immenso", ragazze!
E proprio a voi voglio dedicare l'ultimo dolce della giornata (che ormai è serata...) con la promessa da parte vostra di provare a farlo!
La prima volta che ho assaggiato questi "biscottoni" sono impazzita! Ero piccola e me li faceva la zia di mio padre, spedendomeli direttamente dal Belgio (una goduria!). Una volta cresciuta mi sono fatta dare la ricetta dalla sua famiglia, ma non sono mai riuscita a farli buoni come la zia Albertina.... MAI!
Si dice (e così riporta anche uno dei miei libri di cucina) che queste cialde croccanti vengono vendute a ogni angolo di strada in Olanda, in Belgio e nel nord della Francia (dove vengono chiamate gaufres). I pellegrini del nord Europa portarono questa ricetta in America dove vennero addirittura istituiti dei veri e propri "waffle party", molto di moda nel XVIII secolo. La loro struttura, infatti, è perfetta (lo vedrete una volta fatti) per trattenere dosi generose di panna montata, sciroppo d'acero, burro fuso, burro di noccioline e (tornando dalle nostre parti) marmellate, cioccolato fuso, creme di ogni tipo, Nutella e qualunque cosa il vostro gusto vi suggerisca!

L'unico intoppo, se così lo vogliamo chiamare, è che per fare i waffle o gaufres serve lo stampo adatto.
Se al momento non ne siete in possesso dovrete posticipare l'assaggio a quando avrete voglia e tempo per andarlo a comprare (ormai comunque ve lo tirano dietro e lo si trova in ogni negozio di elettrodomestici).
Per chi invece già ne possiede uno, beh, mie care, non devo proprio insegnarvi nulla, giusto? Posso solo consigliarvi la seguente ricetta, che magari per dosi e ingredienti potrebbe essere leggermente diversa da quella che conoscete voi...



INGREDIENTI:
  • 200 grammi di farina tipo "00"
  • 50 grammi di cacao amaro
  • 2 cucchiaini di lievito
  • 3 cucchiai e 1/2 di zucchero semolato
  • 2 uova
  • 400 millilitri di latte intero
  • 1 bustina di vanillina
  • 40 grammi di burro
  • zucchero a velo vanigliato


Setacciare la farina con un pizzico di sale, il cacao e il lievito in una terrina. Aggiungere lo zucchero, i tuorli, il latte, la vanillina e il burro fuso e con una frusta amalgamare bene il tutto. Il risultato dovrà essere una pasta densa e cremosa.
Montare a neve ben ferma gli albumi e amalgamarli all'impasto precedente con estrema delicatezza, senza però mescolare a lungo. Cioè, in questa fase della preparazione è meglio lasciare le classiche striature bianche piuttosto che rendere il tutto troppo omogeneo.
Mettere a scaldare lo stampo come da istruzioni del macchinario e per come siete abituate. Alcuni stampi, magari modelli vecchi, hanno bisogno di essere unti ogni volta che li si usa. Altri, probabilmente più moderni o di fattura diversa, non ne hanno bisogno, basta scaldarli e si usano direttamente.
Ora, utilizzando un cucchiaio di metallo mettere un po' di impasto sopra lo stampo (e qui si può decidere se fare un waffle grosso quanto lo stampo, prendendolo tutto con la dose di impasto, oppure un waffle più piccolo, mettendo solo un poco di impasto esattamente al centro di ogni stampo), richiuderlo e aspettare la cottura, che solitamente si aggiara intorno al minuto (anche qui a seconda del macchinario). Ci sono addirittura gli stampi di vecchia data che devono essere girati, così da cuocere prima 30 secondi un lato del waffle e poi 30 secondi l'altro.
E così via, fino a terminare l'impasto.
I waffle andrebbero serviti caldi, perciò potete prepararli sul momento e mangiarli in compagnia aspettando che si cuociano uno dopo l'altro.
Sono buonissimi anche così, senza aggiunta di nessuna crema o panna o cioccolata, ma semplicemente spolverizzati con abbondante zucchero a velo vanigliato.

A voi la scelta, donne!
E un consiglio spassionato: compratelo lo stampo. Non ve ne pentirete e conquisterete chiunque servendo loro qualcosa di assai originale!

Mississippi mud pie

Molte di voi conosceranno questo dolce con il nome di "torta di fango del Mississippi", vero?
La ricetta proviene direttamente dal sud degli Stati Uniti e sono il suo colore e la sua consistenza a far pensare al fango scuro, ma che ovviamente non c'entra una cippa-lippa con il gusto!
Provare per credere!


Ingredienti:

Per la base:
  • 225 grammi di biscotti Digestive (ma vanno bene anche semplici biscotti di frumento)
  • 60 grammi di burro
  • 60 grammi di cioccolato fondente

Per il ripieno:
  • 180 grammi di cioccolato fondente
  • 180 grammi di burro
  • 4 uova
  • 90 grammi di zucchero di canna scuro
  • 90 grammi di zucchero di canna biondo
  • 180 millilitri di panna fresca

Per la crema:
  • 140 millilitri di panna liquida (molto fredda)
  • 3 cucchiai di cacao amaro
  • 40 grammi di zucchero a velo

Tritare finemente i biscotti (meglio se in un mixer).
Fondere a bagnomaria il cioccolato assieme al burro. Togliere poi dal fuoco e mescolando dolcemente aggiungere i biscotti tritati. Trasferire il composto ottenuto in una tortiera, precedentemente imburrata, e con il dorso di un cucchiaio premerlo bene su tutto il fondo e su circa metà del bordo, cercando anche di livellarlo. Lasciare riposare mentre si preparare il resto.
Per il ripieno sciogliere a bagnomaria il cioccolato e il burro, togliendo poi dal fuoco e lasciando raffreddare. Sbattere le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Amalgamare a quest'ultimo la panna e poi il cioccolato fuso versato a filo. Riempire con tale composto la tortiera con la base di biscotti e cuocere in forno già caldo a 180 gradi per 45 minuti, ossia fino a quando il ripieno non si sarà solidificato. Togliere dal forno, lasciare raffreddare per qualche minuti e poi sformare il dolce.
Per la crema mettere la panna in una terrina e setacciarvi sopra il cacao insieme allo zucchero a velo, mescolando il tutto con un cucchiaio fino a creare appunto una crema che si andrà poi a coprire con una velina, lasciandola riposare per almeno due ore.
Servire la torta accompagnata dalla crema di CIOCCOLATO.

Non ci sono parole...

Torta pan di Spagna

Oh, mie dilette, quanto tempo (ben due giorni)!!!
Sono successe un po' di cosucce, in effetti, che mi hano tenuta lontana dal blog, quindi non pensate che vi abbia "dimenticato" apposta perchè non è vero niente!

Domenica ero uno straccetto ambulante a cui stava andando via la voce, con tanto di raffreddore e rimasugli influenzali, percui non me la sono sentita di mettermi a scrivere e mi sono lasciata morire lentamente sul letto...

Ieri pomeriggio i miei fratellini, Samu e Manu, mi hanno montato la mia prima mensola (ebbene sì, ce l'ho fatta!), che già straripa di libri (rigorosamente sui vampiri). Non è stata una cosa semplice, a dire la verità... Non so se è colpa dei muri di questa casa o che cosa, ma siamo dovuti andare due volte in ferramenta per trovare gli stop adatti ai buchi che aveva fatto Samu. C'è stato in effetti un secondino di panico, in me, a un certo punto del lavoro e già mi vedevo senza mensola, con solo quattro fori enormi nel muro pronti ad occhieggiarmi ogni giorno... ma per fortuna è intervenuto Capitan Manuel e ha risolto la situazione, smontando, rimontando, avvitando, stringendo e... basta. In una parola, aggiustando il danno che avevamo fatto io a Samu!
Così, dopo aver eliminato polvere di mattoni ovunque, ho sistemato in un ordine ben preciso (sono Vergine di segno mica per niente!) parte della mia piccola biblioteca "vampirica", osservandola poi estasiata! Per il resto dei libri dovrò aspettare di trovare altre mensole che mi sconquifferino e badate che non è facile. Uno perchè io ho dei gusti un tantino particolari e due perchè quelle che piacciono a me costano l'ira di Dio (sempre e comunque!), perciò o me ne posso permettere una alla volta oppure devo rinunciare e ripiegare su modelli più economici quanto brutti! Quella che abbiamo appeso l'ho trovata all'IKEA, nel reparto delle offerte, e credete che mi sia andata bene così? Ovviamente no, ho dovuto almeno ridipingerla di viola!
Ancora non so però dove potrò mettere tutti i libri che ho, che continuo a comprare e che ancora mi mancano, ma troverò una soluzione più in là. L'importante è non arrendersi e non rinunciare (se si hanno le possibilità) a ciò che ci piace e ci rende felici, fosse anche un semplice libro, sì!

Oggi, invece, io e Samu (che ha interpretato il ruolo del fedele Personal Shopper) ci siamo "chiusi" dentro i quattro piani della COIN che abbiamo vicino casa per trovare qualcosa di carino per me da indossare questo venerdì alla presentazione del mio nuovo libro. Rammentate la storia del lampadario che avevo pagato e non essendo mai arrivato hanno pensato bene di convertirmi i soldi in un buono da spendere come volevo (a patto che fosse nei loro punti vendita)? Ecco, oggi l'ho fatto fuori comprando una tunica (da mettere sopra i leggings) color rosa antico misto crema con inserti neri, alla quale ho abbinato un gilet nero corto con un po' di "svulaz" (come diciamo noi) sul davanti, poi una collana che si adatta tantissimo al tutto, due anelli (un po' patacche a dire il vero, ma servono anche a sdrammatizzare), un cerchietto di quelli che vanno molto di moda adesso, con tanto di rosa bianca da un lato e... per arrivare precisa alla cifra ho dovuto prendere anche due creme corpo e un burrocacao. In realtà volevo ripiegare su di un paio di scarpe, ma nè io nè Samu eravamo molto convinti su quelle visionate, percui userò i due giorni che mancano ancora per guardarmi in giro...
Nel complesso sono abbastanza soddisfatta, anche perchè mi sono divertita. Mi diverto sempre con il mio amicicio! Un po' come Carrie di Sex and the City con Stanford Blatch!


Ingredienti:
  • 175 grammi di burro
  • 3 uova
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 150 grammi di farina autolievitante
  • 40 grammi di cacao dolce
  • latte
  • Nutella


Ridurre in crema il burro ammorbidito insieme allo zucchero, sbattendo anche con la frusta elettrica se pensate di fare prima e meglio che con il cucchiaio di legno.
Sbattere le uova insieme all'estratto di vaniglia fin quando non saranno lievemente montate. Unirle quindi al composto di burro, continuando a frullare con lo sbattitore. Setacciare ora la farina con il CACAO direttamente sull'impasto e aggiungere due cucchiai di latte, continuando a mescolare.
Quando l'impasto risulterà cremoso dividerlo in due e versare le due dosi in due teglie dal diametro di 20 centimetri, rivestite di carta da forno.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 15-20 minuti (il pan di Spagna deve risultare morbido al tatto e appena dorato).
Ora sfornare e sformare, lasciando i due dischi a raffreddare.
Prendere un primo disco, posizionarlo su di un piatto da portata e spalmarlo di Nutella (siate generose, mi raccomando!). Posizionarci sopra il secondo disco e ripetere l'operazione, cospargendo di Nutella anche tutto il bordo della torta.
Vero è che se non siete amanti della Nutella potete usare un'altra "crema" di vostro gusto, il burro di arachidi o più semplicemente fondere il cioccolato che più vi piace e tramutarlo così in una farcia coi fiocchi!

Liberate l'immaginazione!!!

sabato 19 febbraio 2011

Torta semplice

Una buona tazza di cioccolata verso le 11 del mattino, apre lo stomaco per il pranzo.
                                                                             Anthelme Brillat-Savarin



Che seguiate o no il suo consiglio (buonissimo!) io ora mi rivolgo alle più piccine di voi, che spero verranno coinvolte in questa prova alla "dolce forno" (oddio, ve lo ricordate? Era il mio gioco preferito da piccola!!!) dalle loro mamme o sorelle maggiori o zie, così da poter organizzare una piccola sorpresa ai nonni che...: sempre ci seguono e ci tengono compagnia e ci viziano e ci coccolano e ci sopportano e ci insegnano e ci difendono e mille cose ancora...
Nel senso che non serve aspettare per forza il loro compleanno o il loro onomastico o la festa nazionale dei nonni. Si può anche decidere di farli sentire speciali in un giorno qualunque, come può essere questo!
E quale migliore scusa per potersi mettere il grembiulino e buttarsi mani, testa e piedi in un bell'impasto (promettendo di non imbiancare tutta casa con la farina!)? Eh! Vi conosco, mascherine!

Quindi, mie piccole dilette, all'opera e in bocca al lupacchiotto per la riuscita!!!


INGREDIENTI:
  • 200 grammi di zucchero bianco
  • 200 grammi di burro
  • 150 grammi di farina
  • 150 grammi di amaretti
  • 100 grammi di cioccolato bianco
  • 4 uova
  • 3 cucchiaini di lievito

Tirare fuori dal frigo il burro e lasciarlo ammorbidire, dopo di che metterlo in una terrina e lavorarlo con lo zucchero fino a ottenere una crema soffice.
(se dopo un po' vi fa male il braccio lasciatevi aiutare dalla mamma)
Separare i tuorli dagli albumi e unire i primi alla crema di burro.
(se ancora non lo sapete fare cogliete l'occasione per farvi insegnare come rompere le uova separando i bianchi dai rossi)
Ora è la volta della farina, da aggiungere poco alla volta, sempre mescolando bene fra un'aggiunta e l'altra.
Poi tocca agli amaretti, che prima avrete ridotto in tantissime briciole.
Quindi bisogna tritare il cioccolato e unire anch'esso all'impasto.
(qui l'aiuto della mamma è obbligatorio, mi spiace...)
Per ultimi vengono amalgamata gli albumi che avrete montato a neve ben ferma.
(anche qui la mamma vi farà vedere come)
Accendere il forno a 180 gradi, lasciandolo scaldare.
(e questo ve lo deve fare assolutamente la mamma!)
Versare l'impasto in uno stampo di vostra scelta, imburrato e infarinato e cuocere la torta per 45 minuti.
Finito!
Una volta cotta sformarla su di un piatto da portata e servirla ai nonni ormai fredda, già tagliata a fette e accompagnata con dell'ottimo tè inglese.

Bravissime!!!

Torta di pangrattato

Ahhhh....che soddisfazione!
Intanto l'aver finalmente messo il naso fuori casa (un naso un po' gocciolante, ma va bene!) dopo giorni di triste e penosa malattia. Poi, l'essere andata nella mia erboristeria di fiducia (dove lavora la professoressa d Mara!) a fare un po' di rifornimento, visto che sembra essermi tornato l'appetito. Ho trovato le mie marmellate senza zucchero, con solo pectina di mela o succo d'agave o succo d'uva... I miei vari latti vegetali, e a sto giro ho optato per quello di soia alla vaniglia e per quello di mandorle... Gli yogurt naturali, anche alla soia... Gli hamburger di soia e di farro... Il tofu alla piastra... E altre cazzatelle varie!
Si, lo so che leggere queste righe vi sorprende (per chi di voi non mi conosce, certo), perchè quest'alimentazione "sana" stride un po' con la mia sfrenata passione per la CIOCCOLATA e i dolci in generale. Ma ognuno ha le sue "pecche", no?
Devo dire che per quanto mi riguarda vivo abbastanza di frutta e verdura, di riso integrale, di pesce, di tutti i prodotti sopra elencati e di tutti i loro derivati e poi.... poi forse proprio per questo posso anche togliermi tutti gli sfizi che voglio, quando voglio. E' un po' come i piatti di una bilancia. Se io pasticciassi sempre e comunque, su tutto, non potrei realmente godermi nulla, rischiando anche spesso di stare male, come magari capita a molti. Invece facendo attenzione su alcune cose, posso godere di tante altre che mi piacciono di più, semplice.
Oh, che ce volete fa', sono le mie filosofie di vita!!!


Ingredienti:
  • 200 grammi di pangrattato
  • 200 grammi di amaretti
  • 200 grammi di zucchero semolato
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 3 uova
  • 1/2 bicchiere di liquore sassolino
  • 1/2 bicchiere di liquore alla mandorla amara
  • 1 bustina di lievito
  • panna liquida

Sbriciolare gli amaretti. Ridurre il cioccolato in scaglie piccole. Dividere i tuorli dagli albumi e montare a neve fermissima quest'ultimi.
Ora prendere una terrina e mescolare fra loro tutti gli ingredienti, aggiustando con la panna liquida. Il composto finale dovrà risultare morbido e "filante". Se per caso fosse troppo liquido aggiustare con altro pangrattato.
Mettere l'impasto in uno stampo, rivestito di carta da forno e cuocere a 180 gradi per 40-45 minuti.
Servire la torta ancora calda, eventualmente spolverata con un po' di zucchero a velo.

Penso che sarebbe una bella sorpresa per una merenda in compagnia dei nonni, vero?

venerdì 18 febbraio 2011

Torta al cioccolato con semi di papavero

Beh, questa qui non posso fare a meno di dedicarla ai miei due brothers, Samuele e Manuel, che ne hanno portato un sacco intero di semi di papavero di ritorno dalla Slovacchia!


Ingredienti:

Per la torta:
  • 100 grammi di farina bianca
  • 100 grammi di fecola
  • 150 grammi di zucchero semolato
  • 1 bustina di zucchero vanigliato
  • 200 grammi di burro
  • 8 uova
  • 50 grammi di cioccolato fondente
  • 200 grammi di semi di papavero
  • 1 cucchiaino di lievito
  • sale

Per la glassa:
  • 250 grammi di cioccolato fondente
  • 150 grammi di zucchero semolato
  • 80 grammi di burro
  • 1/2 tazzina di caffè ristretto

Lavorare il burro con lo zucchero semolato e quello vanigliato fino a ottenere una crema.
Aggiungere i tuorli delle uova uno alla volta, mescolando sempre con cura fra uno e l'altro.
Unire ora i semi di papavero macinati e poco per volta la farina setacciata con il lievito e la fecola.
Quindi il cioccolato grattugiato.
Amalgamare bene tutti gli ingredienti e concludere incorporando gli albumi montati a neve con un pizzico di sale.
Versare l'impasto in uno stampo da 26 centimetri di diametro, foderato di carta forno e cuocere a 180 gradi per 50 minuti.
Togliere poi dal forno e lasciare raffreddare.
Intanto preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente e amalgamandovi lo zucchero, il burro e il caffé.
Una volta fredda togliere la torta dallo stampo, posarla su di un piatto da portata e ricoprirla con la glassa.
Lasciare che quest'ultima si solidifichi prima di servire il dolce!

GNAM!!!

Voglia di carote...

Avete mai fatto caso che quando si è malaticce (oltre al tornare un po' bambine e al bisogno di farsi coccolare - per chi ha la fortuna di avere qualcuno che lo fa!) si fanno cosa che comunque ti portano indietro nel tempo?
Quasi avessimo la necessità di trovare immediate certezze. Cose legate al passato e che quindi conosciamo bene. Niente sorprese, solo confortanti verità già scoperte e assaporate. La classica coperta di Linus a cui non riusciamo (o non vogliamo?) dire addio, perchè è la sola che riesce a "scaldarci" nei momenti di sconforto...
Così c'è chi torna a leggere per l'ennesima volta il suo libro preferito, specie se si tratta di un bel drammone d'amore stile Ottocento come Cime tempestose o Anna Karenina. Chi si rivede un film che sa già a memoria, prediligendo pellicole di almeno vent'anni fa come faccio io, che ieri mi sono sparata Bella in rosa perchè in questi momenti riaffiora sempre la mia parte legata agli anni '80, in cui sono nata.... Chi si ripassa dal primo all'ultimo numero quella determinata serie di fumetti. Chi si riascolta a ripetizione quel CD o anche solo due o tre canzoni, capaci però di buttarla ancora più più (se mai fosse possibile!). Chi va su You Tube a spulciare i frammenti migliori e più emozionanti di quel cartone animato e di quell'altro ancora e la sottoscritta, nello specifico, sta procedento in quest'ordine:
Lady Oscar
Georgie
Candy Candy
I Cavalieri dello Zodiaco
Ken Shiro
Kiss me Licia (perchè senza le musichette dei Bee-Hive non si va da nessuna parte!)
Occhi di gatto
Jem
La stella della Senna
Ranzie la strega
Mila e Shiro
Insomma, un po' giocando e un po' sul serio si fanno cose che a raccontarle (al di là degli amici stretti) ci si vergogna quasi, ma di cui all'interno della propria casa (o nel mio caso stanza), con in termometro sotto l'ascella, un pacco di fazzolettini sul divano (o sul letto), vicino ai piedi, una bottiglia d'acqua o una tazza di tè sul tavolino accanto (o comodino) e, per chi riesce a mangiare, un pacco di biscotti o una vaschetta di gelato in bilico sulle gambe) non se ne può proprio fare a meno!
E' così o sono solo io la pazza?
Ok, ho capito, meglio non indagare oltre....
Grazie, comunque. Bella solidarietà femminile!!!


INGREDIENTI:
  • 100 grammi di farina bianca
  • 100 grammi di zucchero bianco
  • 4 uova
  • 130 grammi di burro
  • 100 grammi di cioccolato fondente
  • 5 carote
  • 100 grammi di mandorle
  • 1 cucchiaio di lievito
  • zucchero a velo vanigliato

Montare a crema il burro ammorbidito assieme allo zucchero.
Aggiungere un uovo alla volta, mescolando bene fra uno e l'altro.
Setacciare la farina con il lievito e farla ricadere a pioggia sul composto, tornando a mescolare.
Pulire e grattugiare le carote e unirle all'impasto. E così le mandorle tritate e il cioccolato grattugiato fine.
Versare ciò che si è ottenuto in uno stampo a cerniera rivestito con carta da forno e cuocere a 180 gradi per 45 minuti.
Togliere la torta dal forno, lasciarla raffreddare poi sformarla e cospargerla con abbondante zucchero a velo vanigliato.

Buona merenda, "bambine" mie!!!

giovedì 17 febbraio 2011

Torta di mele della Slovenia

Sempre in tema di mondo...!
Visto e considerato che il mio piccolo mondo, oggi, per come sto, mi fa giusto schifo!
Mi sento realmente di cacca, anche se sto qui a fare la simpatica e, come se non bastasse, il computer ha pensato bene di divenire lento come la Quaresima!!! Cioè, prima a rispondere a un mio amico su Facebook c'ho messo mezz'ora, tanto che a un certo punto si è disconnesso, salutandomi offeso e pensando che non lo stessi cagando di proposito!
Ma dimmi te sta tecnologia!!!
Sono anche andata a controllare nell'angolino a destra in basso, sullo schermo, per vedere se per caso la mia connessione fosse "bassa" o "molto bassa", come una specie di fumetto ci annuncia a volte e invece c'è scritto "ottima". Capito? Piglia pure per il culo!
Giusto una torta ci vorrebbe per calmarmi, o giuro che potrei spaccare qualcosa!
Odio stare male.
Odio avere bisogno di qualcosa o di qualcuno.
Odio essere vulnerabile.
Odio non essere del mio solito umore brillante e nel mio solito equilibrio e stato di benessere generale!
Passerà, lo so, ci mancherebbe, come passa sempre tutto e in fin dei conti questi giorni di merda sono meno di una caccola in confronto a quello che ho già affrontato in ben altri frangenti.... ma in questo momento è così: odio!



Ingredienti:

Per la torta:
  • 200 grammi di noci sgusciate
  • 7 mele
  • 330 di semolino
  • 330 di zucchero bianco
  • 2 uova
  • 8 cucchiai di latte
  • 1 tazzina e mezzo di caffè amaro
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 5 cucchiai di olio d'oliva
  • sale

Per guarnire:
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • zucchero a velo


Sgusciare, spellare e tritare le noci (lo so è un lavoro duro, ma qualcuno lo deve pur fare...).
In una terrina mescolare con cura al semolino lo zucchero, l'olio, il caffè, il latte e un pizzico di sale. Quando l'impasto risulterà omogeneo unire il lievito setacciato e le mele, sbucciate e tagliate a fettine sottili.
Versare tale composto in una pirofila rettangolare bene imburrata e infarinata e fare cuocere per 45 minuti in forno preriscaldato a 180 gradi.
Una volta cotta la torta sfornarla e lasciarla raffreddare nel suo contenitore.
Intanto sciogliere il CIOCCOLATO a bagnomaria, ottenendo così una specie di glassa con cui potrete divertirvi a seconda della vostra fantasia. La ricetta vuole che si decori il dolce con strisce trasversali: una fatta di zucchero a velo e l'altra di cioccolato spalmato e così via...
E' chiaro, però, che potete anche evitare di divenire matte o strabiche e gestire i due ingredienti in modo più semplice e veloce.

Sarà sempre e comunque buonissima!

Devil's food cake

Già solo il nome è tutto un programma, vero?
Molte di voi già la conosceranno, questa torta. Altre l'avranno fatta magari senza essere a conoscenza del nome originale. Altre ancora, incuriosite, proveranno subito.
Bene, donzelle, trattasi di una delle tipiche ricette "dal mondo", come vengono chiamate quelle che non fanno parte della tradizione del nostro Paese.
Ma non mi perderò in inutili chiacchiere, come ho fatto prima (oddio, più che chiacchiere era una specie di cronaca nera in riferimento alla mia vita!), ve l'avevo promesso, no?


Ingredienti:

Per le basi:
  • 160 grammi di cioccolato fondente da copertura (si chiama proprio così. Tendenzialmente io non ci faccio molto caso, si richiede quello fondente? E fondente sia, non sto a guardare se è ottimale per glasse e coperture o no, ma in questo caso voglio fare la pignola e voi seguirete la mia scia....eheheheh!)
  • 1,5 decilitri di panna acida
  • 200 grammi di zucchero di canna
  • 400 grammi di farina tipo "00"
  • sale
  • 4 cucchiai di cacao amaro
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 160 grammi di burro
  • 250 grammi di zucchero semolato
  • 3 uova

Per la farcitura:
  • 3,5 decilitri di panna da montare
  • 1 cucchiaio di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia

Per la glassa:
  • 190 grammi di cioccolato fondente da copertura (idem come sopra)
  • 1,5 decilitri di panna acida

Iniziare sciogliendo il CIOCCOLATO con la panna acida e lo zucchero di canna, a fuoco dolce.
Setacciare la farina con il cacao, il sale, il bicarbonato e lasciare da parte.
Lavorare a crema il burro con lo sbattitore elettrico insieme allo zucchero semolato e unendo poi i tuorli delle uova, uno alla volta. A questo punto aggiungere la farina messa da parte con cacao, sale e bicarbonato, alternandola con 2,5 decilitri di acqua. Il tutto deve sempre essere amalgamato con una frusta elettriga, regolando la velocità a seconda degli ingredienti che si aggiungono. Quindi unire il composto a base di cioccolato fuso e dopo gli albumi delle uova, montati a neve fermissima.
Dividere l'impasto ottenuto in due stampi a cerniera, possibilmente da 22 centimetri di diametro, foderati con carta da forno. Cuocere a 180 gradi in forno già caldo per circa mezz'ora.
Una volta cotte, sfornare e sformare le due torte, lasciandole raffreddare.
Scioglire a bagnomaria il fondente per la glassa e fuori dal fuoco amalgamarvi la panna acida riscaldata, lasciandolo poi lì così.
Ora, sempre con lo sbattitore elettrico, montare la panna con lo zucchero a velo e l'essenza di vaniglia.
Sistemare una delle due basi di pasta cotta su di un piatto da portata, spalmarla con un abbondante strato di panna montata e coprire con la seconda base. A questo punto ricoprire la superficie e la circonferenza con la glassa preparata prima e servire.
Se vi avanza un po' di panna montata potete usarla per guarnire i piattini in cui distribuirete le fette di torta.

Et voilà!

Ohi, Ohi, Ohi.....

Ohi, ohi, ohi, gente.... pensavo di "morire"!
Non vi ho abbandonato in questi giorni per colpa di un ipotetico Principe Azzurro incontrato il 14 febbraio (e manco l'avrei voluto uno in calzamaglia e piume di struzzo!), ma semmai per essere stata INVASA da un virus del "beliscimo" (come direbbe mia nonna in puro dialetto ligure) per non dire di peggio!
In poche parole ho vomitato l'anima.
Ho vomitato come mai prima d'ora.
Ho vomitato per tutti gli anni in cui non ho vomitato!
Lo so, lo so, non è un bell'argomento, ma avete anche imparato un po' a conoscermi, capendo che sono una ragazza diretta e sincera e non potevo certo camuffare la faccenda con una frase tipo: oh, perdonatemi mie care, una piccola influenzina mi ha tenuto lontana da voi, ma ora eccomi di ritorno, guarita! Anche perchè non è vero! Cioè, grazie a Dio ho smesso di cacciare via il mondo e mi è scesa del tutto la febbre, ma la testa mi gira da matti appena sto un po' in piedi e faccio qualsiasi cosa, tanto che devo sedermi o correre a sdraiarmi per paura di cadere a terra tipo sacco di patate!
Comunque, per tornare al fattaccio iniziale: UNA COSA DELL'ALTRO MONDO! HO VISTO I MOSTRI, GIURO!
C'erano Samu e Mara che non sapevano più da che parte girarmi e tenermi mentre rantolavo sul mio letto in cerca di ossigeno, per poi piegarmi nuovamente sulla bacinella (quella enorme, ovale, con due maniglie, che usiamo in casa per metterci la roba da stendere una volta uscita dalla lavatrice)!
Tutto è iniziato con un lieve giramento di testa (ma assai sospetto, visto che mi conosco e conosco il mio corpo) che mi ha spinto a precipitarmi in bagno, iniziando a scongiurare ogni santo conosciuto perchè non mi facesse rimettere. Odio vomitare, fin da piccola. Per molti è una semplice azione meccanica, per altri è addirittura liberatoria e per carità, hanno ragione. Stai male, due dita in bocca e via, torni fresca come una rosa! Per me, invece, è sempre stato un trauma nel vero senso della parola. Cerco di combattere la nausea in tutti i modi con il solo risultato di stare peggio. Mi sento svenire, mi viene da piangere, un ver casino. Cioè, lo combatto proprio, è più forte di me, non so impedirmelo... E, tutto sommato, pensavo che sarebbe stata una cosa "normale", uno svomitacchiamento e poi via, a letto, aspettando di "morire" lentamente fra le braccia di Morfeo....
Peccato che non sia andata esattamente così!
Ricordo di essermi ritrovata in ginocchio davanti al water in un secondo, chiamando Mara a gran voce perchè, come dicevo, oltre la nausea avevo questo senso di "svenevolezza" che non so in quale posizione orizzontale mi avrebbe portato se non ci fosse stata lei. Poi è arrivato subito Samu e lì, vabbè, vi risparmio i dettagli, ma è venuto fuori che le ultime due tazze di tisana bevute dieci minuti prima me le sarei potute tranquillamente risparmiare a detta del mio stomaco, visto che in pratica sono state la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. 
Una volta concluso (così mi pareva) il "rigetto" non avevo la benchè minima forza di alzarmi in piedi e arrivare fino in camera, tant'è che mi sono messa a quattro zampe, pronta a procedere a carponi su di un pavimento a dir poco LERCIO! Fortuna che Samu me l'ha impedito, tirandomi quasi su di peso e aiutato da Mara mi ha accompagnato fin sul letto. Mi ci sono buttata a pesce, distrutta, pensando che il peggio fosse passato e sorprendendomi di essere arrivata addirittura al vomito, cosa che, appunto, non mi accade praticamente mai (nemmeno le volte che mi ubriaco, per dire!)....
E invece NO!
Il tutto doveva ancora INIZIARE!!!
Tempo un minuto, quel minuto di quasi relax se segue ogni "sbocco" (termine grezzo, usato dalle mie parti e forse altrove) e ho sentito nuovamente la testa girare e il bisogno di riabbracciare il mio amico water. Così via di corsa in bagno, seguita dai miei fidi angioletti Mara e Samu (con lei che già proponeva di contattare la Guardia Medica), seguendo le leggi che dettava il mio povero stomaco (peccato per i fagiolini, perchè erano davvero buonissimi....). Dopo di che non ce l'ho più fatta, ho annunciato che mi sarei arenata sul letto perchè mi veniva troppo da svenire e quindi Samu ha pensato bene di portare la famosa bacinella in camera, giusto per prevenire. Anche lì mi aspettavo che il peggio fosse passato. Sentivo che la febbre andava e veniva, salendo e scendendo a seconda della pressione che vomitando mi si abbassava e nel complesso mi sentivo da schifo, ma desiderosa solamente di sparire sotto le coperte e non pensare più a niente.
E pure a sto giro mi sbagliavo...
Insomma, non ci crederete (o forse sì se ci siete già passate o se per voi è addirittura normale), ma avrò come minimo vomitato ancora una decina di volte, "riposandomi" per cinque minuti neanche fra una "botta" e l'altra alla bacinella! So che invece di migliorare, svuotandomi, mi sentivo sempre peggio (anche perchè avevo mangiato poco, durante il giorno, e bevuto tanto e speravo che prima o poi finisse, non era necessario arrivare a sputacchiare la bile o robe simili, no?) e mi chiedevo come fosse possibile che un essere umamo potesse vomitare tanto e senza il minimo accenno a smettere!!!
Alla settima o ottava "battuta" non ce la facevo più dal male e dagli spasmi e rammento di aver chiesto a Samu di fare qualcosa, di chiamare qualcuno e così non so chi, se Mara o Manu, hanno iniziato a telefonare. Prima alla Guardia Medica che non so con quale scusa ha declinato "l'invito", spingendoli a contattare il Pronto Soccorso, mentre io di là avevo il timore di arrivare a sputare fuori lo stomaco stesso, rivoltato come una tasca, con Samu che mi teneva i capelli, intervallato da Mara che mi accarezzava le tempie (nei momenti di pausa) e Manu che aggiungeva coperte su coperte alle mie, visto che tremavo dal freddo. Nella mia testa risuonava un'unica parola: PLASIL! Questo il medicinale magico che Samu aveva iniziato a nominare, dicendo che chiunque si sarebbe degnato di arrivare, fra quelli chiamati, me ne avrebbe fatto immediatamente una fiala e il vomito si sarebbe arrestato dopo poco....
PLASIL, PLASIL, PLASIL, PLASIL, PLASIL!!!
Questo il mio urlo interiore. Il mio mantra.
Poco dopo (ormai stavo vomitando da più di due ore) sono arrivati quelli del 118, in una parola: felicissimi! Il bello è stato che mi hanno beccato in uno dei momenti di "relax" e quindi gli sono apparsa come un fresco fiore di campo (un fiorellino un po' sbattuto, con le occhiaie e il colorito bianco-verdastro), capace di connettere parole di senso compiuto, rispondendo da sola alle loro mille domande. Infatti la "capa" ha subito sbottato, come a chiedere perchè mai li avessimo fatti precipitare lì per una banale influenza (ci volevo vedere lei anima e corpo dentro la bacinella!) e Mara e Samu a spiegare che la Guardia Medica non era voluta venire e che io stavo buttando fuori anche quello che non avevo e in più erano preoccupati potesse esserci dell'altro, visto i miei precedenti di infiammazione alla pendice, appena due mesi fa. La donna si è un attimo calmata e ha detto che nel loro caso avrei dovuto seguirli in ospedale, perchè questa è la prassi e, detto fuori dai denti, non le sembrava il caso di intasare il Pronto Soccorso con "cazzate" tipo la mia. Così Samu è scattato, alzandosi dal mio letto e proponendole di chiamare lei la Guardia Medica.
La telefonata non me la ricordo o forse l'ho sentita poco o niente, sta di fatto che prima di andarsene mi hanno annunciato che un medico stava arrivando a farmi il Plasil e quindi di stare tranquilla. 'Na parola... So solo che ho vomitato ancora una o due volte prima che altra gente si facesse viva. E che gente!
Una tizia che pareva la sorella minore di Rosi Bindi, arrabbiata col mondo intero. E' entrata facendosi largo nella mia piccola stanza, individuandomi sul letto rotondo (ero, credo, una specie di larva in posizione fetale e avvolta dalle coperte), chiedendomi in modo sbrigativo sintomi e situazione e "ordinandomi" di avvicinarmi a una delle sponde del letto per potermi visitare, iniziando a misurarmi la pressione (ma perchè se sei medico e hai scelto tu questa professione non sei un poco più serena? Cioè, è forse una colpa star male? E' colpa mia se sei di turno tu? NON CREDO PROPRIO!). Dirvi che ero priva di forze e dire poco e mi girava tutto e il minimo spostamento era faticosissimo, tanto da sembrarmi una specie di sollevamento pesi. Ma ce l'ho fatta a trascinarmi (tipo verme) fino da lei che intanto mugugnava (me l'ha detto poi Samu il giorno dopo): sì, sì, bello il letto così, molto pittoresco, tutto fuorchè COMODO!
E Dio santo! Non era una trappola è un letto, semplicemente privo di angoli! Non moriva se provava a sedercisi sopra per agevolarmi un attimo, invece di pretendere chissà quali acrobazie da una ragazza-ridotta-a-meno-di-uno-straccio!
Comunque mi ha misurato la pressione, sempre busugliando fra sè, mi ha oscultato la pancia, mi ha tastato con dita e mani dallo stomaco alla vescica, senza traslasciare fegato, milza, pendice e ovaie, distruggendomi con la pressione che ci metteva e con le unghie (delicatezza e sensibilità sotto i livelli minimi!), insomma, una tortura, finchè alla fine non ha deciso bene di somministrarmi una fiala di sto cazzo di Plasil!
AAALLELUIA, AAAAAAAAALLELUIA!!!
Ma secondo voi le sapeva fare le punture? Eh, no! Una che ti pianta le mani in quel modo in pancia, che manco il muratore la cazzuola nel cemento come fa a saper fare bene una puntura? Ha preparato tutto e mi ha fatto sdraiare con il sedere all'aria, poi (io ovviamente non la vedevo) mi ha detto: un bel respiro profondo! E mentre io eseguivo, ormai alla frutta, desiderando solo che tutto e tutti mi lasciassero in pace dopo aver placato il mio stomaco, questa pensa bene di adagiare l'ago sulla mia chiappa e di spingerlo giù lentamente...! AAAAAAAAHHHH! MA PORC..! CAGNA MALEDETTA! Ma lo sai come si usa una siringa? Non devi prelevarmi il sangue, li mortacci tua! L'ago và piantato in un gesto veloce e deciso, stile freccetta! In più il liquido bruciava pure!!! Per cui doppio spasmo con tanto di gemito in cui Samu, vicino a me, mi ha preso la mano (cercando anche di non scoppiare a ridere, lo vedevo!!!). Quando poi ne abbiamo parlato, iol giorno dopo, mi ha presa in giro, dicendo che la posizione e il mio sospiro di "dolore" sembravano tutt'altro che una che stesse subendo un'iniezione....
Fatto sta che nel bene o nel male sto Plasil ha funzionato. Non ho più vomitato una sola goccia. E Samu e Mara ne hanno subito approfittato per mettermi il pigiama e infilarmi sotto le lenzuola, teneri, chiudendo Minù in salotto e lasciando la porta di camera mia aperta in mdo da potermi sentire se per caso avessi avuto bisogno di aiuto.
Sono crollata lentamente in uno strano limbo, fatto di spossatezza, di brividi e tremori, di una febbre incalzante che si stava alzando e di un sonno... sonno!
Inutile provare a spiegarvi lo stato in cui mi sono svegliata la mattina dopo, con 39 di febbre e in bocca circa un etto di sabbia (questa la sensazione) e l'impossibilità di bere... ordine categorico della dottoressa e di Samu: solo bagnarmi le labbra e buttar giù, semmai, qualche goccia! UN INCUBO! Specie per chi, come me, è abituata a tracannare acqua, tè e via dicendo dalla mattina alla sera e in quantità industriali!!!
Insomma, tutto ciò per dirvi che non sono stata a divertirmela e che solo oggi sono riuscita ad uscire dal letto, darmi una lavata e connettermi con il resto del mondo fra cui voi, mie dilette.... che lo so che non ve ne frega una cippa-lippa delle mie disgrazie e volete solo delle nuove ricette, ma forse fra voi qualcuna che si è anche affezionata alla sottoscritta c'è e quindi è a lei che dedico le mie spiegazioni-barra-scuse!
E con questo chiudo, il dolce lo trovate nel post seguente, fra un pochino... il tempo di bere un tè e rimettermi in senso, perchè non sapete quanto ancora io mi senta debole e quanto mi giri la testa che non mi sdraio ogni tot di tempo!

lunedì 14 febbraio 2011

"Ghiaccio" al cioccolato bianco...

Beato cioccolato, che dopo aver corso il mondo, attraverso il sorriso delle donne, trova la morte nel bacio saporito e fondente delle loro bocche.
                                                                        Anthelme Brillat-Savarin


In effetti trattasi di amore reciproco...no? Fra la donna e il cioccolato, intendo. Da sempre e per sempre, mi sa.
E intanto un altro San Valentino è arrivato, zitto-zitto, cogliendoci alla sprovvista. Oddio, tanto di sorpresa no, visto la fanfara che puntualmente lo annuncia, ogni anno, partendo minimo da tre settimane prima con la parola AMORE scritta ovunque e in qualunque maniere, il colore ROSSO che decora nelle sue infinite gradazioni ogni cosa possibile e immaginabile, il simbolo del CUORE disegnato, ritagliato, appeso, gonfiato, ecc, dovunque il tuo sguardo si posi... Dicevo alla sprovvista più che altro perchè ogni volta ci diciamo che la prossima sarà migliore (vero?), che il prossimo San Valentino lo potremo festeggiare anche noi, con la nostra dolce metà del momento, e invece...niente! La sfiga è perenne e, sebbene in un anno riuscissimo a incontrare una o più persone con le quali intraprendere anche solo una breve relazione, PUNTUALMENTE ci ritroviamo SOLE il 14 febbraio, a contemplare amiche che ricevono mazzi di fiori, dolcetti, cioccolatini e regalini vari... nevvero?
Oh, poi, certo, ci sono quelle che non se ne fanno niente come la sottoscritta, che è sempre stata refrattaria a questo genere di cose (anche perchè secondo me il romanticismo e l'amore sono tutta un'altra cosa!!!), quelle che vivono questa giornata come un giorno qualunque, uguale agli altri e via, chi cavolo se ne frega! Però, in fondo in fondo, in un misero angolino del nostro Essere, un pochino mancano due calde braccia che ti circondano, facendoti sentire speciale, quasi unica al mondo.... SPECIE OGGI CHE SONO MALATICCIA E CHE UN PO' DI COCCOLE CI VORREBBERO PROPRIO, INNAMORANTO O NO!!!
Cioè, non mi pare di chiedere troppo!
Niente, dobbiamo rassegnarci, siamo le solite creature incomprese di sempre...

...aaaaaaaahahahahahahahah!!!

Cuciniamo e mangiamo, và, che è meglio, come soleva dire uno dei puffi!



Ingredienti:

Per i cubetti:
  • 470 grammi di cioccolato bianco
  • 160 grammi di farina tipo "00"
  • 100 grammi di zucchero semolato
  • 3 uova
  • 100 grammi di burro
  • 1 bustina di vanillina
  • sale

Per guarnire:
  • 80 grammi di cioccolato fondente
  • zucchero a velo

Sciogliere a bagnomaria metà del cioccolato bianco assieme al burro.
Montare le uova (intere) con un pizzico di sale, rendendole belle spumose e poi versarci il cioccolato fuso a filo e la farina setacciata con la vanillina.
Unire a questo punto il resto del cioccolato bianco tritato finemente e, quando il tutto sarà ben amalgamato, versare il composto ottenuto in uno stampo rettangolare foderato con della carta da forno. Cuocere a 190 gradi per almeno mezz'ora, poi togliere dal forno, lasciare raffreddare e solo dopo sformare il dolce.
Tagliare quest'ultimo in piccoli cubetti (stile quelli del ghiaccio) e spolverizzarli con abbondante zucchero a velo.
Sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria, versarlo in una piccola sacca da pasticcere e decorare a piacere i cubetti.


E qui, come si dice per le ciliegie: uno tira l'altro....

Frutta fritta al cioccolato

Amiche...compagne...sorelle...
BABBABIA COME STO!!!
Ma che cavolicchio è successo al mio sistema immunitario???
Io che non mi ammalo mai me ne esco da più di un mese di infiammazione alla pendice per cadere (da ieri) in una mezza influenzina con alla base un mal di gola assurdo, che non mi lascia quasi parlare! No, dico, poi non mi credete se nomino le macumbe!
Una buona notizia, in tutto questo, però c'è...
Non so se per caso ve l'ho già accennato nei post precedenti, ma la Casa Editrice ha finalmente fissato la data per una prima presentazione del mio nuovo libro (avete presente? Quello che narra di mio padre), ossia venerdì 25 febbraio. Perciò pensatemi!!!
Diciamo che quel giorno io e altri loro autori presenteremo brevemente il nostro scritto, perciò non sto lì a invitarvi, perchè non sarà uno spazio tutto mio da condividere con voi come invece vorrei. Al contrario, per le presentazioni future, vorrò senz'altro avervi accanto a me per questo mio piccolo evento e comunicherò in largo anticipo date e luoghi, in modo da permettere a quelle di voi interessate di poter venire.
Contente? Speruma, come dicono in Piemonte.

Intanto vi appioppo il primo dolcino, anche perchè ieri vi ho lasciato idegnamente a bocca asciutta e non si fa, lo so bene!


Ingredienti:

Per le frittelle:
  • 2 banane (non TROPPO mature)
  • 2 mele
  • 2 pere
  • 2 kiwi
  • 4 cucchiai di farina
  • 1 cucchiaio di lievito in polvere
  • 1 limone
  • olio di semi per friggere

Per la salsa:
  • 100 grammi di cioccolato fondente
  • 1 decilitro di panna da cucina
  • 1 bicchierino di rum

Setacciare la farina con il lievito e, mescolando, aggiungere a filo dell'acqua fino a ottenere una classica pastella, liscia e densa.
Pulire la frutta e tagliarla in dadi, spruzzandoli poi con il succo spremuto del limone.
Sgocciolare i dadi di frutta dal succo in eccesso e unirli alla pastella, dove dovranno stare per dieci minuti, in frigorifero.
Scaldare in una padella adatta alla frittura una dose abbondante di olio di semi e friggerci (una volta bollente) i dadi di frutta, depositandoli subito dopo su della carta assorbente.
Sciogliere poi a bagnomaria il cioccolato insieme alla panna. Una volta fuso levare dal fuoco e aggiungere il rum.
Infilzare ogni dado fritto di frutta con uno stecchino di legno (lungo o corto a seconda di ciò che avete in casa), disponendoli poi su di un vassoio da portata, servendoli accompagnati dalla salsa al cioccolato in cui andranno intinti.

Con la forza che NON ho oggi non arriverei manco a pelarla la frutta, figuriamoci a "sfornare" tutto ciò, ma voi che potete...dateci sotto!!!

sabato 12 febbraio 2011

Per fare contenti i grandi....che sono ancora un po' "cuccioli" dentro!

Si dice che questo dolce nasca ispirandosi a una ricetta di Beverly Sutherland Smith, che è la fondatrice della più prestigiosa scuola di cucina australiana, che porta oltretutto il suo nome.
Capito?
Mica bubbole vi offro! TZS!
Sono quelle torte che io consiglio sempre a colazione, perchè (oltre a essere visibilmente intonata a quel preciso momento della giornata) racchiude in sé un sacco di roba che appena sveglie, all'apice della nostra fase metabolica (ossia quando il corpo ha più bisogno di "benzina" o se preferite di energia - e di conseguenza è il momento in cui brucia più calorie), fanno solo che bene. Mi raccomando, non fate anche voi come la maggior parte della gente che a colazione prende solo un caffè al volo o si accontenta di due micragnose fette biscottate nel tè o due biscotti nel latte o il classico cornetto (sempre, sempre, sempre, tutti i santi giorni!)!
Posso comprendere i gusti e li rispetto, ma è garantito che a lungo andare non fa per niente bene!
La regola numero uno è il variare il più possibile, perciò se il giorno prima avete mangiato una cosa, non statela a rimangiare anche il giorno dopo, solo perchè magari vi piace. E, regola numero due, rendiamoci consapevoli del fatto che la colazione è DAVVERO il pasto più importante della giornata e che in quel particolare momento, appena scese giù dal letto (e dopo aver fatto la vostra capatina in bagno, certo), il vostro organismo è pronto ad assimilare e a bruciare molte più calorie di quante ne brucerà a pranzo o a merenda o addirittura a cena, quando invece entrerà nella sua fase anabolica, dove il metabolismo è lentissimo perchè "stanco" in un certo senso.
Capito il trucco per alimentarsi correttamente e dimagrire pure?
Mangiare tanto e bene appena aperti gli occhi, qualsiasi ora sia e non il contrario, saltando magari la colazione per poi abbuffarsi a cena!!!


Ingredienti:
  • 500 grammi di albicocche candite o secche, come siete abituiate a dire
  • 125 grammi di uva sultanina
  • 250 grammi di noci Pecan
  • 250 grammi di farina tipo "00"
  • 250 grammi di burro ammorbidito
  • 250 grammi di zucchero semolato
  • 2 arance non trattate
  • 1 limone
  • 5 uova (belle grandi)
  • 1/2 cucchiaino di lievito
  • 190 grammi di cioccolato bianco
  • Brandy

Tritare le albicocche e le noci e metterle in una terrina. Aggiungere l'uvetta senza prima metterla in ammollo e 30 grammi di farina, fino a ricoprire tutta la frutta.
Lavorare il burro e lo zucchero ottenendo una specie di crema, quindi unire le scorze grattugiate delle arance e del limone e dopo le uova, una per volta.
Setacciare il resto della farina con il lievito e aggiungerla al composto a base di burro, unendo poi il cioccolato fuso a bagnomaria (aspettando che si sia raffreddato) più due cucchiai di Brandy.
A questo punto versare anche la frutta infarinata e mescolare con cura il tutto.
Accendere il forno a 160 gradi. Imburrare e infarinare uno stampo possibilmente profondo e dal diametro di 23 centimetri (se ce l'avete va bene anche uno quatrato di 22 centimetri).
Versare l'impasto nello stampo così preparato e cuocere per circa un'ora e mezza, verificando poi lo stato di cottura con l'aiuto del classico stuzzicadenti.
A fine cottura (cioè dopo più di un'ora) coprire la superficie del dolce con un foglio di carta stagnola, in modo che non si scurisca troppo.
Appena fuori dal forno se avete voglia potete spruzzare il dolce con un altro goccio di Brandy.
Lasciare raffreddare del tutto dentro lo stampo, prima di sformarlo e servirlo.

E una buona colazione a tutte voi, fanciulle!

E dopo il Muccassassina....Dacquoise alle mandorle con crema di cioccolato!

Oooooh, mie dilettissime!
Come ho potuto trascurarvi così?
Eppure accade.... ogni tanto anche io ho una vita!!
Ieri sera io e Manu siamo partiti belli freschi all'insegna del MUCCA, per andare a trovare Samu (che lavora lì come barman il venerdì sera) e per fare una seratina in compagnia di due amici di Manu: Matteo e Federica.
Non sto a raccontarvi l'Odissea della serata, fra balli, bevute (io l'unica sfigata con la bottiglietta d'acqua perchè non posso ancora assumere alcol!), svomitacchiamenti (perchè se non ci sono quelli, che seratona è??) e tante altre cose...
Vi voglio solo dire che alla fine, quando Samu ha finito il suo turno, ci siamo trovati io e lui in pista a ballare: IL MIO NOME E' JEM! Ricordate per caso il cartone animato? Ecco, brave, la sigla!
Comunque sia siamo tornati a casa alle sei meno un quarto del mattino e dopo toast, sigarette e doccia io mi sono infilata a letto alle sette....!
Quindi perdonatemi se sono ancora un po' fusa... Però sono stata brava, perchè mi sono svegliata all'una e mezza e dopo aver fatto "colazione" ho trovato la forza di spararmi un'ora intera di step!!!


Intanto, per introdurvi a ciò che ho scritto qui sopra, vi lascio il video della sigla di apertura del locale in questione, per chi di voi ancora non lo conoscesse...





Ingredienti:

Per gli strati di meringa:
  • 250 grammi di mandorle
  • 6 albumi (possibilmente che le uova siano grandi)
  • 250 grammi di zucchero semolato
  • 1 cucchiaio di caffé solubile
  • maizena

Per la crema al cioccolato:
  • 250 grammi di zucchero
  • 6 tuorli (delle uova grandi precedenti)
  • 1 cucchiaio di caffé appena fatto
  • 250 grammi di burro
  • 200 grammi di cioccolato fondente (ma se vi piace di più va bene anche quello al latte)

Tostare le mandorle per dieci minuti su una normale placca da forno e lasciarle raffreddare.
Ridurle ora in polvere con un mixer da cucina.
Montare gli albumi a neve ben ferma e poi aggiungere ad essi lo zucchero, un po' alla volta. Continuare a sbattere fino a ottenere un composto sodo e lucido e solo dopo unire il caffè solubile e la polvere di mandorle.
Ritagliare, ora, 4 dischi dal diametro di 20 centimetri da 4 fogli di carta da forno, imburrarli e spolverizzarli di maizena.
Dividere il composto preparato prima in quattro parti uguali, depositandone ognuna sui 4 dischi e spalmandola bene con una spatola fino a farla arrivare ai bordi. Cuocere i dischi su 4 placche da forno, rivestite di carta oleata, a 180 gradi (in forno già caldo) per 25-30 minuti, fino a quando diventeranno croccanti e appena dorati. Una volta sfornati lasciarli raffreddare su una griglia e dopo eliminare la carta.
Intanto in un pentolino cuocere a fuoco dolce 310 millilitri d'acqua insieme allo zucchero, sciogliendolo, poi alzare la fiamma e portare a ebollizione. Fare bollire così per almeno 6 minuti.
In una terrina sbattere i tuorli con la frusta elettrica, rendendoli chiari e spumosi. Versarci dentro lo sciroppo di zucchero ancora caldo a filo, lentamente, mescolando sempre. Ora sbattere alla massima velocità per 5 minuti, ottenendo un composto denso e cremoso.
Unire il caffè e il burro ammorbidito fatto a cubetti, un cubetto alla volta, senza smettere di sbattere. A questo punto è il turno del CIOCCOLATO (sciolto precedentemente a bagnomaria e raffreddato) e amalgamare bene il tutto.
Lasciare raffreddare la crema ottenuta per circa un'ora.
Comporre il dolce unendo i dischi di meringa uno sull'altro usando metà della crema e componendo così degli starti: meringa-crema-meringa-crema e così via, finendo col quarto disco. Quindi, con la restante parte di crema ricoprire interamente la torta, superficie e circonferenza.
Metterla in frigo per almeno 4 ore o, come consiglio sempre in questi casi per una notte, servendo il dolce il giorno dopo.

Da leccarsi dita, baffi e tutto il resto a presso!