giovedì 3 febbraio 2011

Tutti in Alaska!

Detto fatto sono tornata alla mia seconda casa....
Miiiii quant'è "incasinata" Roma!!!
Dopo un periodo in una piccola cittadina come Imperia (e con le settimane di malattia trascorse fra le mura di casa), tornare qua è stata una vera e propria immersione di folla! Specie scendendo a Termini e prendendo la metro per arrivare dove devi, chiaro!
Sono decisamente stanca... il viaggio in treno è sempre palloso e la posizione obbligatoria, incastrata fra quelli che ti stanno di fianco e quelli che ti stanno davanti è massacrante. O spendi un botto in treni più fashion, dove almeno riesci ad accavallare le gambe (senza "alzare" il tavolino con le ginocchia) e dove il gomito del vicino non ti è praticamente in grembo, oppure sei "costretta" a sentirti come un coniglio in gabbia, con tanto di borsoni e trolley disseminati nel corridoio, perchè guai a metterli sugli appositi porta bagagli... eh, no! Primo perchè pesano tantissimo e secondo, anche se ci riuscissero, ti guardano come a dire: dopo me la tiri giù tu la valigia??!
E intanto ti chiedi come mai tu ce l'hai fatta stare, senza dare fastidio a nessuno.
Comunque devo essere capitata in un vagone sfigato, di quelli aperti e non chiusi a scomparti, con persone che urlavano, russavano, puzzavano (ma perchè la gente non si lava???) e via dicendo. Una ha litigato con il suo fidanzato (al telefono) per tutta la durata del viaggio (sei ore!!!) concedendoci la grazia di due o tre pause brevi. Un altro ha continuato a magiare le cose più assurde e decisamente non consigliate durante un viaggio (dove non sei per i fatti tuoi nella tua macchina), spruzzando briciole e olio fritto ovunque. E altri due, ancora, che si sono accapigliati per la prenotazione del posto (fatta su Internet) perchè a quanto ho capito avevano entrambi il sedile numero 27 e si è solo chiarito dopo un'ora, una marea di insulti e l'arrivo del controllore che sì, il numero era lo stesso, peccato che fossero le carrozze a essere differenti! Ma non lo puoi leggere prima sul biglietto?! Non è mica scritto in sanscrito!!!
Insomma, un manicomio!
E ora eccomi qua... da una parte felice, soprattutto di cambiare aria e di riavere intorno i miei "coinqui", e dall'altra un po' "affaticata" mentalmente per tutto ciò che devo fare e mettere a posto. La mia camera (oltre a essere coperta di polvere ovunque) ha un aspetto strano. Non so, è buffo, ma mi dà la sensazione che non sia come quando l'ho lasciata... Forse lasciare un luogo, uno spazio tuo privato, per così tanti giorni ti porta a dovertici poi riabituare quando ti ci ritrovi... non lo so, non so bene come spiegarmi, so solo che è così che la vedo. Probabilmente perchè il viverci era senza dubbio diverso, poi per una come me, fissata con la pulizia, con i profumi, con l'ordine... e un po' come se adesso dovessi di nuovo organizzarla, di nuovo ripristinarla e visto che comunque oggi sono stanca di mio e ho ancora addosso gli strascichi del male fisico il tutto mi appare moltiplicato e in negativo. Ma sono certa che domani andrà meglio. Straccio, guanti, scopa, paletta, moccio e via di olio di gomito, spalancando porte e finestre. Senza contare che voglio darmi da fare con i lavori che ancora mancano... Appendere quadri e mensole, posizionare libri e altri oggettini vari, nonché appendere le ultime lampade.

Vabbé, è andata, ci dormirò sopra. Scusate il piccolo e ridicolo sfogo!


Ingredienti:
  • 600 millilitri di gelato al cioccolato
  • 600 millilitri di gelato alla crema
  • 90 grammi di cioccolato fondente
  • 1 disco di pan di Spagna al cioccolato (diametro 20 centimetri, spessore circa 2,5 centimetri)
  • 3 albumi
  • 175 grammi di zucchero semolato

Si dice (e così recita il libro da cui l'ho presa la prima volta) che questo dolce fosse un classico degli anni Settanta... perciò, diamoci sotto col "retrò"!


Versare il gelato al CIOCCOLATO in una terrina grande e ammorbidirlo bene con un cucchiaio di legno o una spatola da pasticcere (che se ce l'avete è pure più figa!).
Rivestire la parte interna di un'altra terrina con una pellicola trasparente, lasciandola fuoriuscire dai bordi. Versare il gelato lavorato in questa seconda terrina e stenderlo bene sia sulla base che sui lati di essa (guarda te cosa si inventavano le nostre madri!!!). Aggiungere il cioccolato fondente grattugiato, ricoprendo interamente il gelato.
Riempire ora la ciotola con il gelato alla crema e lisciarne la parte superiore con il cucchiaio. Coprire con la pellicola e mettere in freezer per tre ore.
Scaldare il forno a 200 gradi.
Montare gli albumi a neve ferma con lo sbattitore elettrico. Aggiungere poco alla volta lo zucchero. La neve alla fine dovrà risultare densa, lucida e liscia, come il preparato per fare le meringhe. Tenerla quindi da parte.
Adagiare il pan di Spagna su un pezzo di carta da forno e rovesciare su di esso (facendo bene attenzione) la "cupola di gelato, togliendo poi la pellicola trasparente.
Tagliare via con un coltello il bordo intorno della torta, lasciandone 2,5 centimetri intorno al gelato. Spalmare quindi la neve-meringa sul gelato e il bordo di pan di Spagna che resta libero, assicurandovi che la cupola sia interamente (e ben) coperta.
Infornare per circa 10 minuti, fino alla doratura della meringa.
Una volta pronta, servire immediatamente.

Per chi ha i genitori che se la vivacchiavano da baldi giovani in quegli anni pazzi: provate a fargliela come sorpresa e metteteli poi alla prova per vedere se la riconoscono!

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