martedì 4 gennaio 2011

Tortini capresi all'olio di arancio

Come volevasi dimostrare.... stanotte sono stata di nuovo male!
Che due palle!
Una si cura come meglio sa fare e non serve a nulla comunque!
Fortuna che domani ho l'appuntamento per le analisi del sangue specifiche per la pendice, così mi diranno finalmente qualcosa di certo! L'ecografia, invece, me l'hanno spostata a lunedì prossimo, così per l'esito visivo mi toccherà aspettare...
Sono vicina al non farcela più...
Cioè, inizio a deprimermi e non va bene... più che altro perchè non me lo meritavo. Non adesso!
E tutto per non finire in ospedale durante le feste!
Ho sbagliato? Pò esse... come dicono a Roma.
Ma di certo non sbaglio ad avere a che fare con voi e soprattutto con la Svizzera! Devo dire che è da qualche giorno che non si fanno vive ste fanciulle(magari sono in vacanza da qualche parte), ma sono fiduciosa e sento che torneranno presto a trovarmi....
Intanto ecco qua qualcosina per loro, riconoscendo il vasto sapere "cioccolatoso" che si tramandano nel loro Stato da genereazione in generazione!
Grazie!
Spero solo di non deludere le vostre apettative....

Ingredienti:
  • 150 grammi di mandorle
  • 100 grammi di zucchero semolato
  • 50 grammi di burro
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 1/2 cucchiaio di fecola
  • 2 uova
  • 1 bustina di vanillina
  • 1/2 bustina di lievito in polvere
  • 1/4 di bicchiere di Amaretto di Saronno
  • 5 gocce di olio essenziale di arancio
  • zucchero a velo

(Questo libricino è veramente fantastico!)

In una terrina amalgamare lo zucchero con le uova. Aggiungere le mandorle tritate finimente e il liquore.
Fondere a bagnomaria il cioccolato con il burro e versarlo sul composto continuando a mescolare.
Unire il lievito, la vanillina e la fecola setacciati e l'olio essenziale di arancio.
Mescolare fino a ottenere un composto omogeneo. Dividerlo in stampini monoporzione imburrati e infarinati e infornare per cinquanta minuti a 180 gradi.
Togliere dal forno e servire spolverizzati di zucchero a velo.

Ora, dolci signore, vi devo lasciare per un momento, perchè la mia pendice mi ordina di sdraiarmi (gamba compresa!).

A dopo!
E scusatemi se in questi giorni non posso fare di più....

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