lunedì 31 gennaio 2011

Budini sciroppati

Ma buongiorno!
Sono appena tornata dal supermercato (scelgo sempre questi orari sperando di trovarlo semi-vuoto, convinta che la maggior parte della gente sia a casa a fare la pappa...) e sono sopravvissuta come al solito.
C'è una forte dicotomia che si dibatte in me ogni volta che devo andare a fare la spesa, e magari la "spesona" settimanale.
Da una parte c'è la voglia di comprare (e chi non ce l'ha?), nel senso che mi piace e tanto, non lo nego. Così come adoro lo shopping e fare incetta di scarpe e vestiti, allo stesso modo sono contenta di girettarmela con il carrello nei numerosi centri commerciali e più sono grandi e hanno roba che in giro per negozi non si trova e più mi diverto a riempirlo (il carrello!).
Dall'altra parte c'è tutto l'opposto, ossia il fastidio e l'intolleranza verso certe cose. Tipo quando il supermercato è pieno e la gente invece di muoversi in modo abbastanza ordinato se la cazzeggia a destra e a manca, manovrando il carrello come un cieco ubriaco, venendoti addosso, intralciandoti il passaggio, sempre con lo sguardo rivolto in alto, verso gli scaffali, come se non occorresse nemmeno guardare dove cacchio si mettono piedi e rotelle!
Senza contare che se per caso sbuffi alle spalle di una signora anziana (perchè TU hai una certa fretta e LEI non ha nulla di meglio da fare) questa ti guarda ancora storto, come se fossi la persona più maleducata a questo mondo, quando magari lei è lì a leggere gli ingredienti di non so quale prodotto da circa mezz'ora (perchè si è dimenticata gli occhiali a casa e non ci vede bene!), con il carrello messo per orizzontale in mezzo a uno dei corridoi!
Per non parlare dei bambini. Che io adoro, premetto, tolti i miei mille anni da babysitter e il mio attestato di Educatrice d'Infanzia, ma tutto ha un limite. Non si possono lasciare liberi come conigli, a saltare di qua e di là, facendo cadere di tutto e di più, scorrazzandoti sui piedi (una volta ho pure beccato una bimba con i pattini a rotelle, no, dico, i PATTINI!!!), urlando, sbucando fuori dagli angoli col rischio di pestarli a tua volta o travolgerli con il carrello (che andresti pure nelle grane, perchè loro con tutto ciò che fanno restano sempre e comunque INNOCENTI!), piangendo attaccati alle gonne della mamma perchè quest'ultima non vuole comprare il giocattolino o la Nutella o l'ovetto Kinder o qualche altra minchiata!
Io voto per lasciarli dalla nonna o dalla zia o con la sorella maggiore o appiopparli al padre (che tanto per un'ora non muore!) o anche da una vicina!
E per finire?
Le cassiere. Una più "simpatica" dell'altra! Cioè, lo so che è un lavoro di cacca e che se sei di turno dalle otto del mattino alle otto di sera ti possano anche girare le palle, così da non consentirti di elergire sorrisi e parole gentili, ma non puoi nemmeno trattare i clienti come se fossero dei cagacazzi passati di lì al solo scopo di dare fastidio a te personalmente! E sbuffano e roteano gli occhi e sospirano e non ti guardano manco in faccia o se lo fanno è perchè magari hai detto o fatto la cosa sbagliata e allora diventi la patetica sfigata del giorno, di cui sparlare nella pausa pranzo con le altre, mentre se becchi quella già alterata per i fatti suoi sai che ti magerebbe viva, con tanto di fracciatina tagliente o rispostaccia!
Un autentico delirio, dove per fortuna fino a ora me la sono cavata, anche perchè andando sempre negli stessi posti (sebbene vasti) gira che ti rigira sia i commessi che le cassiere alla fine ti riconoscono, anche solo di vista. Allora c'è quel sorriso stentato in più e quella pazienza bonaria elargita (col cucchiaino) nonostante arrivi a pagare cinque minuti prima della fine del turno....
Non le invidio, poverine, proprio per niente!
E senza nemmeno prendere in considerazione la posizione fissa in cui devono stare, sempre sedute, con il culo schiacciato, la schiena dolorante, i crampi a braccia e spalle e delle caviglie grosse e gonfie quanto quelle di un ippopotamo.
Mia mamma lo dice ogni volta che bisogna comprenderle, punto e basta, sorridendo noi a loro e agevolando il loro lavoro il più possibile.
Infatti sì, mi sa che se lo meritano. E meritano anche il dolce di oggi.
A tutte le CASSIERE DEL MONDO!


Ingredienti:
  • 200 grammi di albicocche sciroppate
  • 100 grammi di panna fresca
  • 50 grammi di amaretti
  • 50 grammi di zucchero semolato
  • 40 grammi di pinoli
  • 40 grammi di pistacchi
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 2 fogli di colla di pesce
  • 150 grammi di cioccolato fondente
  • 16 amarene sciroppate

Mettere in ammollo in acqua fredda la colla di pesce. Scaldare il latte, nello stesso tempo, e quando sarà bello caldo strizzare i fogli di gelatina e scioglierceli dentro.
Frullare le albicocche e poi versarle nel latte. Togliere dal fuoco, lasciare raffreddare e aggiungere gli amaretti sbriciolati, lo zucchero e i pistacchi e i pinoli tritati.
Montare la panna ben ferma e poi amalgamarla insieme al composto precedente, continuando a mescolare finchè tutto non appare ben amalgamato. A questo punto dividere l'impasto ottenuto in degli stampini da crèam caramel.
Lasciare riposare in frigorifero per almeno sette ore. Io, come al solito, propongo di preparare i budini la sera e lasciarli in frigo tutta una notte.
Passato il tempo che ci vuole tirare fuori gli stampi dal frigo e sformarli o su dei piattini singoli o su di un piatto grande da portata.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e versarcelo sopra, dopo di che decorare con le amarene sciroppate.

Buona pausa pranzo!!!

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